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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2014 alle ore 07:17.
L'ultima modifica è del 03 gennaio 2014 alle ore 12:33.

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Una delle sfide intraprese negli ultimi anni dall'ingegneria genetica è quella di individuare l'insieme minimo dei geni essenziali alla vita. La matematica statistica e gli algoritmi possono dare un contributo importante a questo ambito di ricerca. Lo sa bene Alessandra Carbone, milanese, oggi docente al dipartimento di Informatica dell'Università Pierre e Marie Curie di Parigi, specializzata in genetica e genomica dei microrganismi.

Alessandra è finita nella nuova lista dei cavalieri della Legion d'onore francesi, nominati nella tradizionale promozione di inizio anno. Quest'anno è l'unica donna italiana a cui è stata attribuita l'onorificenza più alta dalla Repubblica francese. «Trovo che la Francia sia un Paese estremamente aperto ad accogliere stranieri - ha dichiarato al Sole 24 Ore, festeggiando la fresca nomina - in particolare nel mondo della ricerca. Questi riconoscimenti importanti, per gli stranieri, fanno parte della vita francese. Credo sia un'apertura necessaria oggi e che dovrebbe essere presente in ogni Paese europeo».

La ricercatrice è referente di un laboratorio di Genomica dei microrganismi, presso il grande ateneo francese (30.000 studenti, 3.250 ricercatori) nel cuore di Parigi, finanziato dal Ministero francese della Ricerca nell'ambito dei Programmi di eccellenza in Bioinformatica. «Il mio gruppo - racconta Carbone - lavora su vari problemi all'interfaccia della matematica e dell'informatica con la biologia. Tra i vari lavori, stiamo studiando problemi sulle interazioni proteina-proteina».

Dopo un dottorato di ricerca in matematica alla City university di New York, la Carbone ha lavorato come ricercatrice e docente universitaria in diversi atenei parigini. Attualmente tiene corsi di Bioinformatica, modellizzazione e biomatematica, e si occupa di ricerca nell'ambito dei metodi combinatori e statistici nella biologia molecolare, degli algoritmi nella biologia computazionale, delle nanotecnologie legate al Dna e delle teorie dei grafi e della complessità. «Nel campo della genetica - ha dichiarato qualche tempo fa per il focus Women in Mathematics, messo a punto dall'ateneo francese - c'è una domanda reale di matematici creativi. Il lavoro è lì in attesa di persone come noi».

Nel 2010 aveva già ricevuto il Premio Irene Joliot-Curie come migliore scienziata dell'anno, conferito dal ministero francese dell'Università e della Ricerca e dall'Accademia delle Scienze. Alessandra Carbone, raggiunta per email dal Sole24 Ore, è consapevole di essere quest'anno l'unica italiana ad aver ricevuto la massima onoreficienza francese, ma è pronta a sostenere il ruolo chiave da sempre ricoperto dagli italiani all'estero: «Nel passato il riconoscimento è stato dato ad altri italiani e lo sarà anche in futuro. Siamo veramente molti a lavorare in Francia e siamo stati recrutati per le nostre competenze. Credo sia importante ribadire che gli italiani occupano posti di primo piano in tutto il mondo e che i loro risultati sono riconosciuti».

Al momento Alessandra non conta di tornare nel nostro Paese. Cervello in fuga o meno, lei non ha mai tentato di tornare a Milano, ma spera che presto «in Italia si ritorni a credere nella ricerca e darle le opportunità che merita con i dovuti finanziamenti», afferma. «Sono investimenti per il futuro - aggiunge la ricercatrice - senza i quali, il Paese non può evolvere. In Italia, e nel mondo, la ricerca sta passando dei momenti molto molto difficili. Quella scientifica, così come quella letteraria, è fondamentale per lo sviluppo della nostra societa. I governi non possono permettersi di dimenticarlo. È senza dubbio difficile per i politici rendersi conto che i processi di scoperta sono lenti e richiedono anni di pensiero e di sforzo. L'Italia per anni ha permesso ai suoi dottori di crescere in questa libertà, lo dimostrano gli innumerevoli ricercatori e professori che occupano posizioni di rilievo in tutte le universita del mondo. Spero torni a farlo».

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