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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2014 alle ore 08:48.

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Un giovane operaio durante gli scontri con la polizia militare cambogiana scoppiati durante una protesta a Phnom Penh da parte dei lavoratori per rivendicare un aumento del salario (Reuters)Un giovane operaio durante gli scontri con la polizia militare cambogiana scoppiati durante una protesta a Phnom Penh da parte dei lavoratori per rivendicare un aumento del salario (Reuters)

Tre persone sono morte a Phnom Penh, in Cambogia, dopo che la polizia ha aperto il fuoco su centinaia di lavoratori tessili che stavano protestando per un salario minimo più alto, attualmente fissato a 80 dollari al mese. Il capo della polizia municipale, Choun Narin, citato da "The Cambodia Daily", ha reso noto che oltre ai feriti ci sono anche tre vittime, mentre alcune persone sono state arrestate.

Circa 200 poliziotti militari armati di fucili d'assalto si sono scontrati con i manifestanti in un distretto industriale della capitale della Cambogia. Alcuni manifestanti armati di bastoni, pietre e bottiglie molotov hanno attaccato le forze dell'ordine, che hanno prima sparato colpi d'avvertimento in aria e poi fatto fuoco sulla folla con raffiche di kalashnikov.
«Tre persone sono morte e due sono rimaste ferite», ha affermato il commissario aggiunto di polizia Chuon Narin.

Il settore impiega circa 650.000 persone nel persone e rappresenta la principale fonte di entrate straniere. Gli operai rivendicano uno stipendio minimo di 160 al mese.

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