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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2014 alle ore 06:49.
OTRANTO (LE)
Se va bene il nuovo porto turistico di Otranto potrebbe essere pronto a fine 2017, mese più mese meno. Tra progetto preliminare, procedure autorizzatorie, apertura cantieri e consegna delle opere, ci saranno voluti quasi 10 anni. In mezzo oltre 50 milioni di investimenti, programmati dal 2007, a totale carico della società romana Condotte d'Acqua Spa destinata a realizzare e gestire l'infrastruttura in concessione demaniale cinquantennale (DPR 509/97).
Un'opera di cui gli otrantini sentono parlare almeno dal 1970 e che serve come il pane – in estate i turisti diventano anche 70-80mila, rispetto ai 5mila abitanti – per intercettare flussi turistici più stabili, diventare uno scalo di sosta e di transito decisivo lungo le rotte adriatiche verso Albania e Turchia, ripristinare la vecchia rotta Otranto-Grecia e puntare anche sui traffici delle navi da crociera.
Per questo Condotte d'Acqua crede nello scalo idruntino e mette giù, a maggio 2007, un progetto preliminare per un porto da 417 posti fissi per imbarcazioni da diporto medio-grandi e maxi yacht (fino a 40 metri), oltre a 80 posti per i transiti, attracchi per le navi da crociera, nuovi tratti di lungomare pedonabile, autorimesse interrate, servizi nautici e 80 residenze per i diportisti. Il progetto, insieme alla richiesta di concessione, va al vaglio di una prima Conferenza dei servizi e supera le altre proposte preliminari presentate. A dicembre 2008 viene presentato alla città. Poi è il turno delle compatibilità ambientali perché l'area di intervento (134mila mq di cui 39mila a terra) rientra nella porzione marina del Sic "Alimini". Perciò il progetto – che a luglio 2011 viene ulteriormente dettagliato agli idruntini – va alle valutazioni ambientali. Due anni dopo, a luglio 2013, Condotte d'Acqua deposita il progetto che ha dovuto rimodulare secondo i dettami della Regione (l'investimento perciò è sceso da 72,9 a 56 milioni) e gli studi di impatto ambientale.
Ora, a quasi 7 anni dalle prime mosse, si attende la deliberazione regionale di chiusura favorevole del procedimento d'impatto ambientale (prevista per gennaio 2014) cui seguiranno, nell'ordine, la Conferenza di servizi per approvare l'accordo di programma sul progetto finale, il rilascio della concessione demaniale (a opera della Regione) e del permesso di costruire(dal Comune). «Se tutto va bene – spiega Luciano Cariddi, sindaco dal maggio 2007 – i cantieri potrebbero essere aperti tra giugno e dicembre 2014 e le opere concludersi in 24-30 mesi». Per Condotte d'Acqua è una gara di resistenza con oltre 50 milioni in stand-by. Ma a luglio 2011 Stefano Tomarelli, responsabile settore Opere marittime di Condotte, era stato chiaro: «Nonostante i grovigli burocratici frapposti di continuo riusciremo a raggiungere il risultato. Ma se andasse per le lunghe potremmo destinare i fondi ad altre opere a più pronta realizzabilità».
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