Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2014 alle ore 06:39.

My24


Nove miliardi di euro nel 2014, con un aumento rispetto all'anno appena terminato; poco meno della metà (4,3 miliardi) per la sola Fiat senza Chrysler. Questi gli investimenti che il Lingotto ha messo a piano per l'anno appena iniziato. Dei 4,3 miliardi per Fiat, 700 milioni dovrebbero andare alla costruzione della fabbrica brasiliana di Pernambuco, destinata a portare la capacità produttiva in Sudamerica a 1 milione di auto l'anno. Per quanto riguarda il resto di Fiat Auto, è in corso l'investimento da circa 1 miliardo di euro nella fabbrica di Melfi.
Nel 2013 gli investimenti complessivi del gruppo erano previsti fra 7,5 e 8,5 miliardi di euro; sono stati di 5,2 miliardi nei primi nove mesi dell'anno (i dati dell'ultimo trimestre non sono ancora noti). Vi sono poi investimenti annunciati nel 2013 e non ancora decollati: a Mirafiori, dove è previsto 1 miliardo di euro per la produzione di un Suv Maserati e di un altro veicolo, che dovrebbe avere il marchio Alfa Romeo; e alla Sevel di Val di Sangro (700 milioni in 5 anni per la fabbrica dei furgoni Ducato). A Mirafiori gli annunci sono stati numerosi (il primo è di fine 2010) e con modelli sempre diversi, ma senza che finora siano state investite somme significative.
Difficile per ora quantificare l'ammontare esatto che sarà destinato al nostro Paese, anche perché i vertici Fiat hanno finora tenuto le carte accuratamente coperte, "spizzandole" una a una come un giocatore di poker. Lo sblocco della situazione su Chrysler dovrebbe ora permettere al gruppo di fare chiarezza sui progetti a medio termine: Sergio Marchionne ha promesso un aggiornamento del piano industriale in occasione della presentazione dei risultati del 1° trimestre 2014, a fine aprile. Piano che arriverà a quattro anni esatti dall'ultimo, presentato al Lingotto nel 2010, e che – come ricorda il «Financial Times» – potrebbe essere l'ultimo per Marchionne, al quale mancano pochi mesi per festeggiare i 10 anni al volante del gruppo.
Il rilancio degli investimenti in Europa è necessario – dopo anni di dieta imposta dalle difficoltà economiche di Fiat e decisa da Marchionne per non lanciare nuovi modelli in un mercato in declino – se Fiat vorrà arrestare la perdita di quote in Europa, dove il Lingotto è sceso all'ottavo posto nel 2013, superato anche da Bmw e Hyundai-Kia. Coerentemente con la strategia annunciata già a fine 2012, il grosso degli investimenti addizionali dovrebbe essere dedicato al rilancio del marchio Alfa Romeo, con il citato progetto per Mirafiori e uno per la fabbrica di Cassino (dove attualmente si produce la Giulietta insieme a Fiat Bravo e Lancia Delta). I piani presentati a fine 2012 per l'Alfa Romeo erano ambiziosissimi in termini di modelli (8 novità prodotte in Italia fra il 2013 e il 2016) ma relativamente parchi di dettagli sulla spesa, con 1 miliardo di euro di investimento previsto fra il 2012 e il 2014. Gli investimenti promessi finora dalla Fiat restano largamente inferiori a quelli dei concorrenti più ricchi. Per citare solo l'esempio più recente, la Audi (gruppo Volkswagen) ha confermato qualche giorno fa che spenderà 22 miliardi di euro nel periodo 2014-2018, ovvero 4,4 miliardi di euro l'anno.
L'idea alla base degli annunci di investimenti in Italia era quella di fare del nostro Paese una base produttiva per l'export: lo era in parte all'epoca del defunto programma Fabbrica Italia e lo è diventata ancora di più nel piano di fine 2012. L'esempio di Maserati, che ha moltiplicato le vendite dopo il lancio della piccola Ghibli e della rinnovata Quattroporte, è incoraggiante; anche per il rilancio di Alfa Romeo il mercato chiave dovrebbe essere quello americano, che nei progetti del 2009 avrebbe dovuto assorbire poco meno di 100mila unità l'anno del marchio del Biscione; il forte rialzo dell'euro rispetto al dollaro rende ora più difficile esportare verso gli Usa in modo profittevole, anche se Fiat dispone con Chrysler di un hedging naturale (potendo a sua volta esportare dall'America a prezzi sempre più competitivi).
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi