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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2014 alle ore 13:36.
L'ultima modifica è del 03 gennaio 2014 alle ore 13:54.

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«Lo spread che a inizio anno si aggira attorno ai 200 punti base, scendendo anche sotto tale soglia, indica che i mercati apprezzano l'operato del Governo, il suo impegno per il mantenimento della stabilità dei conti e per l'avvio delle riforme, sia istituzionali che economiche. Ho sempre sostenuto che livelli più elevati di spread fossero influenzati da fattori di carattere speculativo improntati all'incertezza politica. Oggi, pur mantenendo la dovuta cautela suggerita dalla volatilità dei mercati, possiamo essere più fiduciosi perché le prime indicazioni sono favorevoli». Lo afferma il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni.

Minore spesa per interessi sul debito pubblico
« Le previsioni che avevamo descritto nella Nota di Aggiornamento al Def si stanno attuando. Di particolare rilievo - aggiunge - é il dato sui rendimenti, sotto il 4%. Questo si tradurrà in una minore spesa per interessi sul debito pubblico e nella possibilità di avere a disposizione più risorse per investimenti e per alleggerire il carico fiscale. Inoltre - conclude Saccomanni - la riduzione dello spread si rifletterà in migliori condizioni di accesso al credito per imprese e famiglie».

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