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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2014 alle ore 14:59.
L'ultima modifica è del 03 gennaio 2014 alle ore 21:12.

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Irritazione. È il sentimento con il quale il ministro dell'Interno e leader del Ncd Angelino Alfano accoglie la proposta del segretario Pd Matteo Renzi di inserire le unioni civili omosessuali e le modifiche alla Bossi-Fini (con riconoscimento, tra l'altro, del diritto di cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia) nel patto di coalizione da stipulare entro gennaio tra le forze della maggioranza. E rilancia le sue priorità: lavoro, impresa, famiglie. E shock burocratico.

Pensare prima alla famiglia e alla sicurezza
«Non si può pensare alle unioni civili senza pensare prima alle famiglie» è il commento gelido di Alfano, in un'intervista al Tg2. Molto prudente anche sul superamento della Bossi-Fini in materia di immigrazione: «Con la sicurezza degli italiani non si scherza». E ancora: «Tra gli immigrati che si sono cuciti la bocca nel Cie di Roma alcuni avevano già conti in sospeso con la giustizia».

Pd: su unioni civili cerchiamo maggioranza anche senza Ncd
La risposta piccata, con tanto di sfida («andremo avanti comunque»), che sulle unioni civili arriva dall'area renziana è la cartina di tornasole di una situazione sempre più tesa nella maggioranza. «Le unioni civili non sono certo alternative ad interventi per le famiglie. Alfano è vicepremier, nel ddl stabilità poteva inserire più provvedimenti economici di sostegno, e meno prebende. Comunque ricordiamo al leader del Ncd, che nel 1970 la legge Baslini-Fortuna che istituì il divorzio, passò nonostante l'opposizione della Dc, che pure aveva un peso ben maggiore del suo partitino», affermano i senatori del Pd Andrea Marcucci ed Isabella de Monte, che insieme alle colleghe Laura Cantini (Pd), Linda Lanzillotta (Sc) e Rosa Maria di Giorgi (Pd), hanno depositato un ddl che riconosce le unioni civili per le coppie gay. «Se il partito di Alfano non ci sta - proseguono - il disegno di legge andrà avanti cercando una maggioranza in parlamento». Duro anche Davide Faraone, responsabile welfare del Pd. «Disciplinare le unioni civili - osserva - è un segno di civiltà. Contrapporre questa disciplina alle politiche per la famiglia è un modo torbido ed ideologico di affrontare la questione»

Sacconi: unioni civili gay fuori da patto governo
Ma nel Ncd, l'area cattolica alza le barricate. Con tanto di minaccia di rottura dell'alleanza e voto anticipato. Il capogruppo del Ncdal Senato Maurizio Sacconi avverte: «la regolazione delle unioni omosessuali, rimanga al di fuori del patto di maggioranza. Il contrario sarebbe solo sabotaggio del governo». Carlo Giovanardi è ancora più esplicito: «Un governo che deve durare un anno non si può impicciare e discutere del matrimonio gay. Ci sono dei limiti costituzionali invalicabili. Noi faremo le barricate alla proposta di Renzi sulle unioni civili: se insiste sarà un pretesto per andare alle elezioni». Roberto Formigoni è lapidario su twitter: «Sui temi etici ci sia una moratoria».

Legge elettorale: ok a tempi brevi, riforma rafforza governo
Se su questi due temi - unioni civili e immigrazione - Alfano e Renzi sembrano trovarsi su pianeti diversi (spetterà domani al "rottamatore" in segreteria a Firenze decidere come proseguirà il confronto), più a portata di mano sembra invece l'accordo sulla legge elettorale. Alfano, favorevole al modello dei sindaci (una delle tre proposte avanzate da Renzi) dice di sì anche ai tempi velocisssimi chiesti dal segretario del Pd per far approvare la riforma. Senza retropensieri sul rischio di elezioni anticipate.«Ok sulla tempistica della legge elettorale, va bene se a febbraio passa il primo sì alla Camera - dichiara il leader del Ncd - e ci fidiamo non sia per anticipare il voto» in primavera. Una accelerazione sulla riforma del sistema di voto per Alfano non indebolisce il governo. Anzi, «lo rafforza perché se a maggio abbiamo la riforma elettorale e abbiamo avviato il superamento del bicameralismo ci presentiamo con risultati importanti», sottolinea il vicepremier, convinto della necessità di dover arrivare alle europee di maggio con risultati concreti da rivendicare, per sperare in un buon risultato al primo importante test elettorale della nuova formazione da lui guidata.

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