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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2014 alle ore 08:47.

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ROMA
Alla fine il miracolo è riuscito anche quest'anno, e in poco tempo si è speso quello che in due anni non si era riusciti a utilizzare. Per mancanza di bandi, capacità amministrative ma anche investimenti privati. In meno di quindici giorni sono stati erogati dalle regioni circa 500 milioni di fondi europei per lo sviluppo rurale a rischio disimpegno: alla scadenza del 31 dicembre sarebbero tornati automaticamente nelle casse di Bruxelles. Considerando il cofinanziamento nazionale, l'agricoltura avrebbe perso un miliardo secco. La ritrovata efficienza, che ha salvato Campania, Sicilia, Puglia e Sardegna, è stata soprattutto merito dell'intervento diretto del ministero delle Politiche agricole e dell'Agea (l'organismo pagatore nazionale), che hanno affiancato le regioni (solitamente gelose delle proprie prerogative nei rapporti con la Ue) nel lavoro di rendicontazione. Resta una macchia (circa 6,8 milioni) nei conti della Basilicata, che ora si proverà a lavare (ma ci sono poche speranze) con una richiesta di deroga sui tempi del disimpegno alla Commissione europea visti «i recenti ripetuti eventi alluvionali eccezionali che hanno avuto inevitabili ripercussioni sulle aziende agricole e quindi sulla loro capacità di realizzazione degli interventi previsti dal relativo programma di sviluppo rurale».
Eppure regioni e ministero si erano lasciati a dicembre in un clima di accuse reciproche, con Veneto ed Emilia Romagna che avevano abbandonato il tavolo rifiutando la proposta ministeriale di riparto dei fondi (oltre 9 miliardi solo dalla Ue destinati a raddoppiare con i contributi statali e regionali) per i programmi 2014-2020 (si veda Il Sole 24 Ore del 21 dicembre). Ora i toni sono molto diversi: «Il lavoro svolto nelle ultime settimane con le regioni è stato intenso e ha portato a risultati molto soddisfacenti. È stato recuperato gran parte del ritardo di spesa accumulato e ciò ha permesso di chiudere il 2013 con il minimo rischio di penalizzazioni finanziarie da parte della Commissione europea», sottolinea il ministro De Girolamo riferendosi al caso della Basilicata. «In ogni caso – aggiunge – il risultato raggiunto è di grande rilievo, frutto della stretta cooperazione tra ministero, Agea, regioni e organismi pagatori, che conferma le capacità del mondo agricolo di utilizzare al meglio le risorse finanziarie messe a disposizione dall'Unione europea in un settore strategico per l'economia del Paese, dimostrando dinamicità e propensione ad investire per incrementare la competitività delle imprese agricole italiane e delle aree rurali in generale».
Restano i dubbi sulla qualità di una spesa concentrata all'80% sul mese di dicembre con misure automatiche, come gli aiuti a superficie e le indennità compensative (anche se non sono mancati i premi agli investimenti, al primo insediamento dei giovani e per la diffusione della banda larga nelle aree rurali), e in generale sul funzionamento di un sistema che si è rivelato poco performante, come la puntuale corsa contro il tempo di ogni fine anno dimostra.
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