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Questo articolo è stato pubblicato il 05 gennaio 2014 alle ore 08:53.

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Questo ovviamente non significa che dobbiamo andare tutti alla velocità della luce a spaccarci la testa da qualche parte o farci rapire dai tuareg o dagli alieni. No, bastano quei pochi, poiché il cammino della storia e delle umane cose è fatto così: c'è la gran massa degli individui che più o meno consapevolmente si indirizzano in certi modi verso certe direzioni, e poi ci sono esigue minoranze – molto esigue – che sia ai lati, sia dietro e davanti accompagnano questo movimento, cercando rispettivamente chi di ostacolarlo o fermarlo, chi di spronarlo, dirigerlo o accelerarlo sempre più in avanti. Più o meno consapevolmente anch'esse, anzi, più spesso inconsapevolmente. Ma la storia è un campo di forze e il suo sviluppo non è, di volta in volta, che la risultante fisica di tutti quei vettori in campo. Ognuno quindi porti il suo mattone e faccia fino in fondo il suo dovere, poiché il cammino è lungo e non serve essere tutti piloti di F1. Qualcuno sì – ripeto – ma tutti no. E pagati possibilmente uguale. Forza Schumi.
P.S. - Mo' Marchionne, ad esempio, sarà pure quello che è – e io resto come sempre dalla parte degli operai – ma adesso che la Fiat s'è comprata la Chrysler... ahò, e che ti debbo dire? Io so' contento. Dice: «E che c'entra?». A me pare che c'entri.
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