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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2014 alle ore 19:24.
L'ultima modifica è del 07 gennaio 2014 alle ore 19:38.

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Sbarca in Senato un ddl per la coltivazione e la cessione della cannabis indica e dei suoi derivati. Lo ha presentato il senatore del Pd, Luigi Manconi, presidente della commissione parlamentare per i diritti umani. «Dopo trent'anni di fallimenti della politica proibizionista in tutto il mondo, che ha portato solo ampliamento del mercato e del numero di consumatori, carcerizzazione di massa e sofferenze sociali - ha dichiarato Manconi annunciando la presentazione del ddl - si è avviata finalmente una riflessione da parte di molti enti pubblici e di alcuni stati nazionali». E in queste ore sempre più Sel e parte del Pd chiedono la legalizzazione della cannabis.

Nel ddl non è punibile la coltivazione e la cessione di piccoli quantitativi
Il ddl prevede la non punibilità della coltivazione per uso personale di marijuana e della cessione di piccoli quantitativi dei derivati della cannabis finalizzata all'immediato consumo personale. Previsto il ripristino della distinzione del trattamento sanzionatorio tra droghe leggere e droghe pesanti, con una riduzione delle pene per le prime, fino alla completa cancellazione delle sanzioni amministrative per i consumatori dei derivati della cannabis. «In questo modo si potrà ristabilire un solco chiaro tra comportamenti inoffensivi legati al consumo personale di sostanze che non nuocciono gravemente alla salute, non più di quanto faccia l'abuso di tabacco e di alcool - ha detto Manconi - e il traffico di sostanze stupefacenti».

Lo spinello continua a dividere la Lega
Intanto lo spinello libero continua a dividere la Lega Nord. E se il segretario federale Matteo Salvini ha dichiarato ieri che il Carroccio è contrario a ogni ipotesi di liberalizzazione, Gianni Fava, assessore lombardo all'agricoltura, che aveva lanciato una apertura anti-proibizionista, ha rilanciato: «Non cambio idea». E avverte: «Non mi sento solo». E incassa il sostegno del deputato leghista Gianluca Pini che su Facebook scrive: «Sono d'accordo con l'amico Gianni Fava». E aumenta il numero di dirigenti del Carroccio che si dichiarano apertamente anti-proibizionisti. Così la polemica nata ieri per un tweet dello stesso Fava e rimbalzata per tutto il giorno della Befana sui social network dei principali esponenti leghisti si infiamma. E supera i confini regionali della Lombardia fino a raggiungere il cuore del parlamento di Roma. No comment, invece, dal governatore Roberto Maroni, che dopo il chiarimento di ieri che attribuiva all'errore di un collaboratore il retweet di Fava: «Non ho nulla da aggiungere», si limita a dire.

Lenzi (Pd): ineludibile una normativa più razionale
«La depenalizzazione dell'uso delle droghe - ha detto Donata Lenzi, capogruppo Pd in commissione Affari sociali della Camera - é un tema all'ordine del giorno dei lavori della Camera e presto avremo una proposta di riforma della legge Fini-Giovanardi». E aggiunge: «indubbiamente occorre affrontare in modo serio anche il tema di una legislazione che consenta di superare l'assurda criminalizzazione dell'uso della cannabis che fino a oggi, oltre a contribuire al drammatico sovraffollamento delle carceri, ha addirittura favorito la diffusione delle droghe pesanti. Dunque mi pare che sia ineludibile una normativa più razionale».

Vendola: il proibizionismo è una manna per i narcotrafficanti
«La legge Fini-Giovanardi è una legge sbagliata, feroce, inefficace. Il proibizionismo non è altro che manna dal cielo per i narcotrafficanti. È ora di legalizzare la cannabis»,ha scritto Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà.

Il ministero: non è innocua, ha vasti effetti nocivi
La cannabis, usata oggi da almeno un giovane su cinque e al centro del dibattito politico per le proposte di liberalizzazione, é tutt'altro che innocua, anzi ha vasti effetti nocivi. Lo sottolinea il documento «La nostra salute», nel passaggio dedicato alle droghe, pubblicato sul sito del ministero della Salute. «Spesso sono considerate droghe innocue. Ma i derivati della cannabis (maijuana e hashish) - si legge - hanno un'ampia gamma di effetti nocivi. Danneggiano l'apparato respiratorio e quello immunitario, rendendo più fragile quindi l'organismo di chi ne fa uso alle aggressioni di agenti esterni. Causano l'aumento del battito cardiaco (tachicardie) e mal di testa». Per gli esperti del ministero, poi, «influiscono inoltre sulla memoria e sulla capacità di concentrazione facendo venire meno la coordinazione e la prontezza dei riflessi. L'assunzione in dosi elevate può comportare l'insorgere di paranoie e manie di persecuzione. Se consumata per lunghi periodi, la cannabis può dar luogo a quella che é definita sindrome amotivazionale, un disturbo caratterizzato da distrazione, apatia, riduzione delle attività, incapacità di gestire nuovi problemi, compromissione del giudizio e delle abilità comunicative».

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