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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2014 alle ore 09:12.
L'ultima modifica è del 08 gennaio 2014 alle ore 15:30.

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Lei è tra gli esponenti politici vicini a Renzi di maggior peso, ma è anche un ministro del Governo Letta. Crede nella possibilità di una collaborazione tra i due leader o esploderà lo scontro?
La coabitazione funzionerà. Sia Letta sia Renzi hanno interesse a fare una riforma storica delle istituzioni italiane, superando l'attuale bicameralismo e dando agli italiani una buona legge elettorale. È un'occasione storica, sarebbe assurdo sprecarla. E non conviene a nessuno dei due.

È proprio sicuro che Renzi non preferisca andare a votare già quest'anno?
Ne sono convinto, perché lo conosco bene. Renzi farà quello che dice di voler fare. Si è impegnato sulle riforme e quindi non c'è motivo di dubitare che questo sia il suo primo obiettivo. Non c'è motivo di sottoporre il Paese proprio ora allo stress di una caduta del governo.

Il sospetto nasce anche dalla forte accelerazione data sulla riforma elettorale...
È doveroso approvare quanto prima una legge elettorale efficace e il più possibile condivisa. Renzi fa bene a confrontarsi con tutti, anche con Grillo e Berlusconi che hanno ancora una forte legittimazione popolare. Il Pd ha comunque la sua predilezione per un sistema a doppio turno e non vuole certo tagliare fuori gli attuali alleati di governo.

Ci sarà un rimpasto?
Sono problemi del premier e del presidente della Repubblica. Ora la priorità è un'agenda di governo che metta in primo piano il lavoro. Di eventuali rimpasti si occuperà chi è competente.

Si dice che lei passerà a un ministero più "pesante".
Non è una domanda da fare a me. Mi sto occupando soprattutto di province e città metropolitane. È una riforma importante. La seguo con passione.

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