Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2014 alle ore 06:44.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:37.

My24

ROMA - «Nel corso della riunione di Fi che si è tenuta alla Camera dei deputati c'è stato un accurato approfondimento delle diverse proposte che Matteo Renzi ha formulato la scorsa settimana in tema di riforma elettorale. Riteniamo che il lavoro tecnico istituzionale svolto possa consentire al presidente Silvio Berlusconi di formulare una rapida risposta al segretario del Pd». Decide Berlusconi, com'è ovvio. Ma forse la notizia uscita ieri dal vertice di Denis Verdini con il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Francesco Paolo Sisto, i capigruppo e i vice del parlamentari di Fi è proprio questa: il non aver indicato una preferenza tra i tre modelli proposti da Renzi nonostante sia noto che Verdini, voce in questo dello stesso Berlusconi, preferirebbe il modello spagnolo. In campo, infatti, c'è anche il Mattarellum corretto, non a caso il modello indicato come preferito da Scelta civica. Ieri pomeriggio, mentre alla Camera si riunivano i vertici azzurri e mentre a Palazzo Chigi Enrico Letta avviava le consultazioni con il segretario di Scelta civica Stefania Giannini, Renzi a Firenze incontrava il fondatore di Scelta civica, l'ex premier Mario Monti. Un pranzo con piatto principale, appunto, proprio la legge elettorale.

Le trattative sono dunque aperte, per il segretario del Pd, e aperte le possibili soluzioni. Il modello spagnolo caro a Verdini non dispiace a Renzi, e non a caso lo ha inserito nella "rosa": per lasciare la porta aperta all'accordo con Fi, appunto, e anche perché – come ha spiegato lui stesso ieri sera durante la trasmissione 8 e mezzo – il modello spagnolo (piccole circoscrizioni che eleggono al massimo 5 parlamentari più premio di maggioranza del 15% per il vincitore) favorisce i grandi partiti e penalizza i medi e piccoli. Per lo stesso motivo, naturalmente, lo spagnolo è inviso ad Angelino Alfano e al suo Ncd, fermo sul sì al proporzionale con preferenze e doppio turno di coalizione (la proposta D'Alimonte-Violante). Sul modello spagnolo, tuttavia, si appuntano varie critiche anche in casa Pd: innanzitutto non darebbe la certezza di un vincitore la sera delle elezioni, perché in un sistema tripolare come è attualmente quello italiano il premio del 15% potrebbe non bastare; inoltre le liste bloccate, sia pure di pochi nomi, porrebbero un problema con l'opinione pubblica e forse anche con la Corte costituzionale (in questo senso sarà importantissimo leggere le motivazioni della sentenza che saranno rese note la prossima settimana).

La mossa che spariglia, e che Berlusconi potrebbe compiere durante il faccia a faccia con Renzi di cui si parla per i prossimi giorni (possibile tra giovedì e venerdì a Roma), in realtà non riguarda lo spagnolo ma il Mattarellum corretto. Ossia 75% di collegi uninominali, 10% di proporzionale-diritto di tribuna e 15% di premio di maggioranza.Sistema non sgradito a una parte di Fi (Renato Brunetta) e come si è detto alla governativa Scelta civica, il Mattarellum è la bandiera storica dell'Ulivo e del centrosinistra e almeno in teoria è il sistema preferito dal M5S di Beppe Grillo. Sul Mattarellum corretto convergerebbero inoltre anche Sel e Lega. Offerta irrifiutabile per Renzi. Ma il governo sopravviverebbe ad un accordo sulla legge elettorale fatto senza e contro Alfano? Il meno che si può dire è che i prossimi giorni saranno decisivi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi