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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2014 alle ore 12:54.
L'ultima modifica è del 08 gennaio 2014 alle ore 12:55.

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Paolo Virzì (Ansa)Paolo Virzì (Ansa)

Ha già fatto infuriare la Brianza per quella descrizione "stereotipata" del territorio che ha rappresentato nel suo ultimo film, "Il capitale umano", in uscita domani nelle sale cinematografiche. E adesso, alla vigilia del debutto, Paolo Virzì è diventato trending topic su Twitter. La polemica scoppiata intorno alla nuova pellicola del regista livornese, thriller noir con Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Luigi Lo Cascio e Fabrizio Bentivoglio, corre sul social media tra critiche, plausi e ironia.

«Tutto il mondo è Brianza. Limitato e menzognero», scrive un utente. «Virzì vorrei tanto darti del 'ciaparat' ma probabilmente la tua descrizione della Brianza non è poi tanto lontana dalla realtà» ammette invece un altro. «Bene Virzì e la sua rappresentazione di una Brianza forse stereotipata ma che mette in luce aspetti della nostra società contemporanea» commenta ancora un altro. Mentre c'è chi si interroga: «Tutti a parlare del capitale umano, ma a parte me e Virzì c'è qualcun altro che ha letto il libro di Amidon?» (a cui si ispira il film, ndr).

In un'intervista della scorsa domenica Virzì aveva parlato di «paesaggio gelido, ostile e minaccioso», di «grumi di villette pretenziose», di «ville sontuose dai cancelli invalicalibili». Parole che avevano fatto infuriare l'assessore leghista al Turismo e Sport della provincia di Monza e Brianza, Andrea Monti, che in un lungo post sul suo blog ha parlato di «uno schiaffo» a tanti piccoli brianzoli. «Il mio "ribelliamoci" - aveva spiegato Monti - non è un invito al boicottaggio, sarebbe stupido. È piuttosto una protesta contro quella logica che da sempre mostra la Brianza come un modello negativo, un territorio abitato da gente arricchitasi velocemente. Non è così, questa è una mistificazione». «Virzì - aveva proseguito il leghista - probabilmente non conosce la Brianza e si è affidato a stereotipi».

Monti, in particolare, ha puntato il dito contro «il contributo da 700mila euro ricevuto dal ministero dei Beni Culturali per la realizzazione della pellicola». Proprio la Brianza è «una delle aree che più contribuisce - ha detto ancora - a finanziare i bilanci di questo Stato, compreso il ministero dei Beni Culturali».

Dura è stata anche la reazione da Como. Le parole del regista («Como esprime il degrado della cultura con quel suo unico teatro, il Politeama, chiuso e in rovina») non sono andate giù all'assessore comunale alla Cultura, Luigi Cavadini. E la precisazione di Virzì non si è fatta attendere. «So che a Como si sono offesi per quello che ho detto a proposito del teatro Politeama abbandonato e del fatto che esprimesse il declino della cultura - ha replicato - ma io nel film ho lavorato a Como come se avessi lavorato nel Connecticut tenendo fede al tema del libro di Amidon».

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