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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2014 alle ore 19:09.

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Alan Mulally (Reuters)Alan Mulally (Reuters)

Alan Mulally, il Ceo di Ford, ha rotto gli indugi e spazzato via le tante voci sul suo conto quale possibile erede di Steve Ballmer al timone di Microsoft. In un'intervista rilasciata all'Associated Press, nell'imminenza del Salone dell'auto di Detroit, che si apre la prossima settimana, il numero uno della casa automobilistica americana ha ufficializzato la sua permanenza in sella alla compagnia. Almeno fino alla fine del 2014.

«Non ho altri piani se non quello di rimanere in Ford e non dovete preoccuparvi del fatto che io vada via», ha detto il manager all'agenzia di stampa, smentendo personalmente e pubblicamente i rumor che lo volevano in partenza per Redmond. Il futuro di Ford, quindi, è ancora nelle mani di Mulally e solo dal 2015 passerà, probabilmente, in quelle di Mark Fields, promosso a Chief operating officer nel novembre 2012.

Chi sarà, invece, a prendere per mano Microsoft nella difficile sfida contro Google, Amazon ed Apple sul fronte dei prodotti consumer e dei servizi cloud? Dai portavoce del colosso del software non sono arrivate in proposito, come del resto era lecito aspettarsi, nuove indicazioni. «Per rispetto del processo di sostituzione e dei potenziali candidati non commentiamo singoli nomi», questo lo statement ribadito dalla società.

Con l'uscita di scena di Mulally, la lista dei candidati a sedersi sulla poltrona di Ceo dal prossimo settembre sembra ora limitata a soli tre nomi. Satya Nadella, che in Microsoft ha la responsabilità della divisione cloud ed enterprise, Tony Bates, executive vice president entrato nel gruppo di Redmond nel 2011 in seguito all'acquisizione di Skype, e Stephen Elop, ex numero uno di Nokia e pronto a diventare capo della divisione Windows Phone non appena sarà ratificata l'acquisizione della società finlandese. (G.Rus.)

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