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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2014 alle ore 09:21.
L'ultima modifica è del 08 gennaio 2014 alle ore 20:49.

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Il governo fa dietrofront. Gli insegnanti non dovranno restituire a 150 euro al mese gli scatti percepiti nel 2013. È stato deciso, si legge in una nota, nel corso di una riunione a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, e il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. Su twitter a metà mattinata è il premier Enrico Letta a ribadire che gli insegnanti non dovranno restituire i soldi percepiti nel 2013 «a seguito della contorta vicenda sugli scatti derivanti da norme assunte tra il 2010 e il 2013». I

Saccomanni: gli insegnanti possono stare tranquilli
In una nota il ministero dell'Economia sottolinea che per rendere esecutiva la decisione del governo di soprassedere al recupero degli scatti a partire da gennaio 2013, il ministero dell'Istruzione «dovrà assumere gli atti necessari a determinare lo sblocco degli scatti di anzianità per l'anno 2012 secondo la procedura prevista dal DL 78/2010». Sulla scuola - sottolinea Saccomanni - il «capitolo è chiuso». «Gli insegnanti possono stare tranquilli», lo stipendio «non sarà decurtato. È stato disposto un provvedimento di rimborso di certi scatti che però è stato annullato», aggiunge il ministro. È stato comunque «un problema tecnico che ha dato luogo ad un'eccessiva drammatizzazione». In ogni caso la normativa sul personale «andrà affrontata per chiarire cosa succederà in futuro».

Mef: Ministero Istruzione avvisato a dicembre
E nasce una polemica fra i ministri. Il Mef spiega che la questione è sotto la responsabilità del ministero dell'Istruzione, rispetto al quale il ministero dell'Economia è mero esecutore. «In data 9 dicembre 2013 il Ministero dell'Economia - si legge nella nota di Via XX Settembre - ha informato il Ministero dell'Istruzione che avrebbe proceduto al calcolo e al recupero delle somme relative agli scatti, dando al Ministero il tempo necessario a formulare diverse istruzioni». Di qui la precisazione che si è operato «secondo le leggi in vigore». Anche il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni ha messo le mani avanti. E, interpellato sulla marcia indietro del governo ha dichiarato che sugli stipendi dei professori «c'è stato un problema di comunicazione: il ministero dell'Economia e delle Finanze esegue istruzioni che non ci sono pervenute».

Carrozza a Radio 24: dall' inerzia burocratica si è arrivati al pasticcio
«Tra Natale e Capodanno sono stati presi questi provvedimenti per inerzia amministrativa senza comunicare ai ministri competenti che cosa stava avvenendo», ha detto Maria Chiara Carrozza, ministro dell'Istruzione, interviene a Effetto Giorno, su Radio 24, in merito alla vicenda degli scatti di anzianità degli insegnanti. Qualcuno pagherà per questo errore? «Faremo un'analisi interna e posso garantire che rivedremo il processo decisionale e cercheremo di capire dove è che la comunicazione è saltata o dove non si è compreso che prendere una decisione su 80mila persone tra Natale e Capodanno doveva prevedere una comunicazione ai ministri. Si farà un'analisi di chi ha sbagliato e vedremo. Non è questione di pagare, ma di organizzare le cose in maniera queste cose non avvengano più». C'è chi dice che il ministro dell'Economia dovrebbe dimettersi: «Io non condivido questa impostazione. – risponde a Radio 24 - Saccomanni è al lavoro, non ha preso un minuto di vacanza, ha da affrontare questi temi che sono il risultato di stratificazioni, indecisioni e imprecisioni dovute anche a chi ha fatto cassa o voluto far cassa sulla scuola. Non serve a nulla chiedere le dimissioni di un ministro se poi non si presenta un programma chiaro di come si vogliono risolvere le difficoltà. Se viene qualcun altro si trova nella stessa situazione. Bisogna aprire un dibattito serio, perché tutti parlano di riforme e meritocrazia purché non sia in casa propria».

Renzi: bene governo su scuola, oggi bozza job-act
Sulla decisione del governo ha inciso sicuramente il pressing del segretario del Pd Matteo Renzi, che in un tweet («Bene il governo: sugli insegnanti cambia verso. Ora il lavoro: dati Istat devastanti») ha apprezzato la decisione di Palazzo Chigi sulla restituzione degli scatti agli insegnanti. Questa mattina Renzi era tornato così sull'ipotesi della restituzione degli scatti degli stipendi: «Il taglio agli insegnanti è assurdo. Il governo rimedi a questa figuraccia, subito. Il Pd su questo non mollerà di un centimetro». Lo ha fatto confermando l'irritazione per la decisione del Mef di chiedere agli insegnanti la restituzione degli scatti stipendiali (legati all'anzianità) già percepiti nel 2013, con una trattenuta di 150 euro lordi mensili, a partire da gennaio. Una decisione criticata anche ieri sera a Otto e mezzo:«Se il ministero dell'Economia richiede indietro 150 euro agli insegnanti io mi arrabbio», aveva detto. «Non stiamo su "Scherzi a parte"».

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