1. Stelle e dittatori / Pasticcio Dennis: amico di Kim, offende un prigioniero Usa, si scusa
«Una grande idea per il mondo». Così ieri in una videointervista esclusiva con Cnn, l'ex stella del basket americano Dennis Rodman difende la sua visita in Corea del Nord, dove è andato assieme ad altri ex giocatori dell'Nba per partecipare una partita di basket il giorno del compleanno del leader nordcoreano Kim Jong-un, nato l'8 gennaio del 1983 e accusato di essere più feroce dei suoi predecessori nel reprimere il dissenso (ha fatto giustiziare la sua ex fidanzata cantante e lo zio fra le altre cose) .
«Questo viaggio aiuterà ad aprire porte» ha detto Rodman che ha elogiato gli altri giocatori che l'hanno accompagnato. Con l'incalzare delle domande, le risposte di Rodman alla Cnn si sono fatte meno diplomatiche. «Non mi importa niente di cosa pensi - ha detto al giornalista di Cnn - tu sei il ragazzo dietro al microfono, noi i ragazzi che devono tornare in America ed essere insultati». Scioccata la famiglia di Kenneth Bae, l'americano condannato a 15 anni di lavori forzati con l'accusa di aver messo in difficoltà il governo di Pyongyang.
Rodman non si è infatti limitato a cantare buon compleanno al dittatore nordcoreano, che ha definito suo «buon amico» ma ha preso le distanze da Kenneth Bae, cittadino americano di origini coreane e missionario evangelico, arrestato a Pyongyang nel novembre 2012 per presunto proselitismo cristiano, incriminato per atti ostili contro lo Stato, infine condannato lo scorso aprile a quindici anni di lavori forzati.
Oggi Rodman ha cercato di rimediare«Voglio scusarmi» per le parole su Bae, fa sapere in un comunicato. «Mi assumo la piena responsabilità di ciò che ho detto», prosegue il 52enne cestista, aggiungendo di aver parlato in quel modo perché aveva bevuto troppo dopo una giornata stressante. Rodman aveva detto alla Cnn che Bae si trova in carcere «perché ha fatto qualcosa di sbagliato».
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