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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2014 alle ore 06:44.

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ROMA
Alitalia riparte con il Colaninno-bis. L'imprenditore che controlla il gruppo Immsi e la Piaggio è stato candidato da Intesa Sanpaolo e altri soci minori vicini alla banca per rimanere presidente di Alitalia. Insieme a Roberto Colaninno è candidato alla conferma l'amministratore delegato, Gabriele Del Torchio, il "ducatista" atterrato solo il 6 maggio 2013 nella compagnia dei Capitani coraggiosi.
La decisione di confermare i vertici uscenti, malgrado il 10 ottobre il presidente del Consiglio Enrico Letta avesse chiesto «discontinuità e rinnovamento» nell'annunciare l'adesione di Poste Italiane al salvataggio di Alitalia con 75 milioni di euro, è stata presa, secondo quanto trapela, come soluzione «temporanea» in attesa di verificare l'esito dei contatti con Etihad che potrebbero portare all'ingresso del vettore di Abu Dhabi in Alitalia con un nuovo aumento di capitale. Si dovrà aspettare almeno fino a marzo-aprile.
Le liste dei candidati al nuovo consiglio di amministrazione sono state depositate ieri, ultimo giorno utile. L'assemblea è fissata per il 13 gennaio per eleggere il nuovo cda. L'organo collegiale sarà ridotto rispetto ai 19 consiglieri attuali, ma non scenderà a 9 come ipotizzato in origine. Nel momento di decidere i posti sembravano non bastare e così l'ipotesi più probabile è che i consiglieri saranno 11, ma potrebebro anche essere 13. Sarà l'assemblea a decidere. Le trattative proseguono tra Intesa, Unicredit, Poste e Atlantia, che insieme a Colaninno sono gli azionisti più importanti della compagnia dopo la mini-ricapitalizzazione da 300 milioni.
La gestione delle candidature è stata laboriosa, non è stato possibile trovare un accordo non solo tra tutti i 24 soci, ma nemmeno tra i maggiori. Anche per questo la società, su consiglio dei legali tra cui Sergio Erede, ha deciso di non pubblicizzare le liste di candidati depositate, che contengono alcune decine di nomi. Le liste sono quattro: la prima di Intesa & C., la seconda di Poste insieme a Unicredit, quindi Atlantia dei Benetton che ha preferito fare una propria lista, infine Air France-Klm che, non avendo partecipato alla ricapitalizzazione, ha ridotto la sua quota dal 25% a poco più del 7%, quota che tiene conto della conversione del prestito obbligazionario che si può fare fino a domani. Hanno convertito in capitale il prestito, i «Colaninno bond», anche la Fire di Emilio Riva, la Immsi di Colaninno, Marcegaglia, Pirelli e, almeno in parte, Intesa.
Sulla presidenza c'erano anche altre ipotesi. La casella sembrava destinata al nuovo socio pubblico, Poste, erano circolati i nomi di Massimo Sarmi e di Domenico Cempella. Alla fine è prevalso lo schieramento che vuole la conferma di Colaninno, come anticipato ieri dal Sole 24 Ore. Una sorpresa, perché, a parte gli appelli inascoltati di Letta alla «discontinuità e rinnovamento», era stato proprio Colaninno in un'intervista al Sole 24 Ore del 5 novembre 2013 ad annunciare che avrebbe lasciato l'incarico: «Al momento – aveva detto Colaninno, che ha 70 anni – posso dire che una volta chiusa la ricapitalizzazione diventerò solo un azionista di riferimento che ha tutta l'intenzione di salvaguardare il proprio investimento. Non mi hanno cacciato. Ho avvisato che avrei passato la mano».
Ora l'imprenditore vicino al Pd, presidente dell'Alitalia-Cai dalla nascita negli ultimi mesi del 2008, si prepara al bis. Non aveva mai parlato di ritirarsi il "ducatista" Del Torchio e anche per lui, stando alle notizie trapelate ieri, si va alla riconferma con la clausola della «temporaneità». L'aggancio con Etihad, buono o meno che sia, ha consentito agli attuali vertici di salvare la poltrona. Nel cda dovrebbe entrare Antonio Percassi, l'imprenditore neo socio di Alitalia o un suo rappresentante, dovrebbero esserci due consiglieri ciascuno per Intesa, Unicredit, Poste, uno per Atlantia (potrebbe essere Antonino Turicchi) uno per Air France-Klm. Nel rush finale i soci che avevano contattato l'a.d. di Alenia, Giuseppe Giordo, non hanno insistito per candidarlo come alternativa a Del Torchio. Tutto è rimandato a quando si chiarirà come vanno le cose con l'agognato partner di Abu Dhabi. Salvo imprevisti nel voto di lunedì 13.
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