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Questo articolo è stato pubblicato il 09 gennaio 2014 alle ore 11:52.
L'ultima modifica è del 09 gennaio 2014 alle ore 12:27.

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Hani El Mallah (Fotogramma)Hani El Mallah (Fotogramma)

A Milano Ice-Man, al secolo Hani El Mallah, c'è arrivato nel 1981: in tasca una laurea in Economia presa in Egitto, il suo Paese, in valigia voglia di lavorare e belle speranze. È partito scaricando casse di pesce al mercato e, mettendo uno stipendio sopra l'altro, è riuscito ad aprire una sua azienda. La Ice-man, appunto, che produce e vende ghiaccio un po' ovunque: 28 tonnellate al giorno, due dipendenti a tempo indeterminato e un fatturato che nel 2012 è stato di 302mila euro (il 30% in più dell'anno prima).

Fatta una mano di conti, e vista la richiesta sempre crescente del suo ghiaccio, Hani decide di ampliare la sua azienda: individua un lotto di terreno, chiama tecnici e ingegneri e si fa fare un preventivo. Gli servono un milione e 700 mila euro. Inizia a marzo del 2013 (11 mesi fa) a fare il pellegrinaggio tra le banche italiane ed egiziane e dopo un paio di mesi quelle del suo Paese d'origine gli mettono in mano i soldi. E quelle italiane?

«Non mi hanno ancora risposto», spiega in un italiano praticamente senza accenti, Hani El Mallah. «E dire che l'istituto a cui mi sono rivolto mi dovrebbe concedere un mutuo, con ipoteca sulla mia casa, di 350 mila euro. Sapevo che la burocrazia in Italia è un po' lenta, ma noi abbiamo tutte le carte in regola per ottenere questo prestito dalla banca, che però da marzo mi sta facendo impazzire». La prima richiesta fatta ad Ice-Man dall'istituto (in cui per la cronaca ha anche un conto corrente in pienissima regola) è stata di produrre un business plan, quindi ottenutolo, è passata alla richiesta della dichiarazione dei redditi e così via, fino a prima dell'estate quando, finalmente gli viene spiegato che dopo le ferie potrà, finalmente, incontrare il direttore. «Rispetto alla mia richiesta iniziale di un finanziamento del 100% dell'importo che serviva per realizzare il nuovo stabilimento, ho accolto la proposta di un finanziamento del 50%. Il resto dei soldi l'ho chiesto ad una banca egiziana che, avute le garanzie necessarie, mi ha concesso il prestito. In Italia continuo ad essere fermo allo stesso punto dell'anno scorso perché finite le ferie, quando ho cercato di fissare l'appuntamento col direttore della filiale in cui mi appoggio, non c'è stato verso. Prima era ammalato, poi è stato trasferito e dovevo attendere la nomina del sostituto: l'ho incontrato ieri (l'8 gennaio ndr), il sostituto, e anche lui mi ha detto che, forse, la risposta alla mia richiesta arriverà a fine mese».

Ice-Man non si scoraggia, comunque: «Alla peggio mi vendo la casa», sintetizza pratico. «Vede, io ho sempre lavorato e fatto scelte imprenditoriali secondo le mie possibilità. Sono partito con 5 tonnelate di ghiaccio al giorno, oggi ne produco 28 ma il mio obiettivo, calcolato secondo le richieste che mi arrivano, è di 100. E poi, dico: a Milano avremo l'Expo tra un anno ed è un'occasione che non voglio perdere perché so che il mio ghiaccio sarà richiestissimo anche in quell'occasione».

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