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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2014 alle ore 06:47.

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PARMA
Sono due firme che parlano di valorizzazione del made in Italy alimentare – dai campi allo scaffale – e del patrimonio agricolo e ambientale nazionale, quelle che il gruppo Barilla apporrà stamattina su due diversi accordi, uno di filiera e uno tra filiere. Il primo a Bologna, assieme a Regione Emilia-Romagna e organizzazioni dei produttori di grano duro, per una pasta sempre più di alta qualità grazie a materie prime locali, con 80mila tonnellate di acquisti di frumento garantite dai contratti per la campagna cerealicola 2013-2014.
Il secondo a Parma dove il più grosso pastificio al mondo siglerà con il leader nazionale dello zucchero Coprob – gruppo cooperativo bolognese di bieticoltori che con il marchio Italia Zuccheri produce un quarto dello zucchero italiano – un'intesa apripista in Italia che rispolvera antichi metodi naturali di coltivazione dei campi per garantire, attraverso la rotazione delle colture di anno in anno, sostenibilità ambientale, migliori rese, prodotti qualitativamente superiori e remunerazioni più alte per gli agricoltori. Si parte alternando grano duro e barbabietola da zucchero, «ma questo con Coprob è solo il primo di altri accordi per l'integrazione orizzontale tra filiere che sigleremo da qui al 2015 in tutta Italia, per completare la rotazione dei campi con leguminose, oleaginose, pomodori. Una seconda firma è già in via di definizione e ne prevediamo almeno un'altra prima di fine anno», assicura Leonardo Mirone, direttore acquisti materie prime di Barilla.
Parte così oggi da Parma su scala industriale il progetto sperimentale "Campi aperti" avviato quattro anni fa con una trentina di fornitori Barilla di grano duro e lo spin-off Horta dell'Università di Piacenza. Progetto ecologico con cui il gruppo alimentare ha dimostrato come l'antico sapere di avvicendare le colture di cereali, legumi, semi di girasole, ortofrutta – abbinato a moderne tecnologie per valutare e prevedere condizioni meteorologiche e agronomiche – permetta non solo di ottenere grano duro di altissima qualità, ma di migliorare del 20% le rese dei campi, riducendo parallelamente di oltre il 30% le emissioni di CO2 e tagliando fino al 30% i costi per l'agricoltore. Saranno oltre un centinaio, sui 5.700 soci di Coprob, i coltivatori coinvolti e avranno a monte la garanzia di un totale assorbimento della produzione di grano e zucchero da parte di Barilla, che già oggi utilizza materie prime per il 78% italiane.
«Non è un'operazione all'insegna del business ma della sostenibilità, della qualità, della valorizzazione di filiere al 100% italiane che dialogano tra loro – sottolinea Mirone – noi continueremo a pagare agli agricoltori il prezzo pattuito, il guadagno è per loro (chi rispetta il decalogo Barilla ha incentivi proporzionati all'aumento di qualità della materia prima fornita, ndr) e per l'ambiente». Fuori discussione che nella battaglia per la tutela dell'origine dei prodotti e in vista dell'etichettatura che sarà obbligatoria a fine anno sulla provenienza dei principali ingredienti, anche Barilla trarrà beneficio dagli accordi interfiliera e da approvvigionamenti sinonimo di made in Italy certificato e sostenibile.
«È un accordo all'avanguardia non tanto nell'applicazione pratica – rimarca il presidente di Coprob, Claudio Gallerani – perché già facevamo rotazioni colturali e siamo stati i primi, dieci anni fa, a certificare l'italianità e la tracciabilità di tutto il nostro zucchero, ma perché la controparte è un colosso alimentare che rende pubblico, vincolante e trasparente un simile patto di filiera. Patto che oggi non si riesce a quantificare economicamente ma che sarà per noi ulteriore valore aggiunto quando, da settembre 2017, verranno meno le quote Pac e la competizione di mercato premierà chi produce qualità italiana al 100 per cento».
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IN CIFRE
-30%
I costi e l'inquinamento
L'integrazione orizzontale tra filiera per l'avvicendamento colturale dei campi promosso da Barilla permetterà di ridurre di quasi un terzo le emissioni di CO2, di aumentare del 20% la resa dei campi e garantirà agli agricoltori fino al 30% di minori costi di produzione
20mila
I fornitori di grano duro Barilla
L'accordo di filiera che sarà siglato stamattina a Bologna per la prossima campagna cerealicola vale 80mila tonnellate di grano duro, circa il 30% del totale macinato nello stabilimento di Parma – il più grande pastificio al mondo – e il 13% del grano macinato da Barilla in Italia
78%
Materie prime italiane
Il gruppo Barilla prevede di superare nel 2013 i 4 miliardi di euro di fatturato confermandosi leader mondiale nel mercato della pasta (e dei prodotti da forno in Italia). Dai suoi 42 siti produttivi (di cui 28 all'estero) escono ogni anno 2,5 milioni di tonnellate di prodotti alimentari

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