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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2014 alle ore 16:58.
L'ultima modifica è del 10 gennaio 2014 alle ore 18:47.

Consiglio e Giunta della Regione Piemonte rimarranno in carica fino alla decisione conclusiva del Consiglio di Stato sulla sentenza del Tar. Passaggio preliminare sarà l'accoglimento della richiesta di sospensiva. In caso di non accoglimento, decadranno. Lo afferma Stelio Mangiameli, direttore dell'Issirfa, Istituto di Studi sui sistemi regionali.
Quando la decisione del Tar diventa esecutiva
La decisione del Tar, (presidente Lanfranco Balucani, assieme a Paola Malanetto e Giovanni Pescatore) è esecutiva anche se le parti - al ricorso si sono opposti tra gli altri lo stesso Giovine e il presidente della Regione Piemonte Roberto Cota - faranno appello al Consiglio di Stato, a cui va comunque l'ultima parola.
Ma veniamo ai dettagli: nella sentenza il Tar «accoglie il ricorso principale - si legge - e per l'effetto annulla l'atto di proclamazione degli eletti, unitamente agli atti presupposti oggetto di impugnativa, ai fini della rinnovazione della competizione elettorale». Come spiegato da Mercedes Bresso e dai suoi legali, ora si devono attendere le motivazioni della sentenza che arrriveranno tra dieci giorni. Il presidente leghista ha annunciato che presenterà ricorso al Consiglio di Stato impugnando, per ora, solo il dispositivo emesso questa mattina che è stato trasmesso alla Prefettura e alla regione Piemonte.
Ora dunque la parola passa al Consiglio di Stato, che potrebbe decidere in tempi rapidi, dato che la materia elettorale prevede una corsia accelerata. In questo caso i tempi sarebbero sufficienti per andare al voto il prossimo maggio in concomitanza con le elezioni europee. Nel frattempo sono diverse le ipotesi in campo.
Con tempi più lunghi possibile nomina commissario
Se il Consiglio di Stato decidesse in tempi più lunghi tali da non consentire di tornare al voto in maggio diventa probabile l'ipotesi di commissariamento. «Non conosco le carte, ma quella più plausibile - spiega Gino Scaccia costituzionalista alla Luiss e presso l'università di Teramo - è che il Governo nomini un commissario per svolgere attività di ordinaria amministrazione. Potrebbe essere lo stesso Cota, con una naturale diminutio potestatis - spiega Scaccia - oppure un prefetto esterno, «ad acta» che con tre o quattro funzionari governativi prepari le elezioni». Il principio generale cui si farà riferimento infatti è che sia garantita la continuità delle funzioni degli organi regionali. Rari i casi di Commissariamenti di regioni per l'attività globale. Più diffusa invece la pratica della nomina da parte del Governo di commissari per la gestione del debito sanitario e per la definizione dei piani di rientro.
Cota: continuerò a fare governatore
«Chiederemo giustizia. Io continuerò a fare il governatore, lavorerò per costruire, nell'interesse dei piemontesi» ha detto il presidente Roberto Cota, in conferenza stampa, aggiungendo: sono «oggetto di persecuzione senza pari da parte della sinistra che non riesce a vincere e cerca di ribaltare il risultato con l'arma giudiziaria. Questo provvedimento vorrebbe avere l'effetto di gettare il caos il Piemonte».
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