Perché il massacro di Sabra e Shatila fu una macchia indelebile nella storia di Ariel Sharon
Nel 1982 gli israeliani costrinsero l'Olp di Yasser Arafat a ritirarsi da Beirut ma violando gli accordi con la forza multinazionale guidata dagli americani il ministro della Difesa Ariel Sharon fece circondare i campi profughi di Sabra e Shatila dove entrarono i falangisti cristiani libanesi, alleati di Israele, massacrando centinaia di persone, donne, vecchi e bambini. Quella strage lasciò una traccia indelebile su Sharon e sui rapporti tra Israele e i palestinesi
di Alberto Negri
1. Sabra e Shatila / L'antefatto
Nel giugno 1982 gli israeliani assediarono Beirut accerchiando 15mila combattenti palestinesi dell'Olp. All'inizio di luglio il presidente americano Ronald Reagan invia il mediatore Philip Habib che ottiene dal premier Menachen Begin l'assicurazione che i suoi soldati non sarebbero entrati a Beirut Ovest e non avrebbero attaccato i palestinesi nei campi profughi.
L'accordo, con l'assenso del governo libanese, fu firmato il 19 agosto, ma la situazione stava di nuovo per cambiare: il 23 agosto venne eletto presidente Bashir Gemayel che godeva del favore dei falangisti cristiani e di Israele.
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