Perché il massacro di Sabra e Shatila fu una macchia indelebile nella storia di Ariel Sharon
Nel 1982 gli israeliani costrinsero l'Olp di Yasser Arafat a ritirarsi da Beirut ma violando gli accordi con la forza multinazionale guidata dagli americani il ministro della Difesa Ariel Sharon fece circondare i campi profughi di Sabra e Shatila dove entrarono i falangisti cristiani libanesi, alleati di Israele, massacrando centinaia di persone, donne, vecchi e bambini. Quella strage lasciò una traccia indelebile su Sharon e sui rapporti tra Israele e i palestinesi
di Alberto Negri
4. Sabra e Shatila / La situazione precipita
Il primo settembre l'evacuazione dell'Olp è terminata. Due giorni dopo l'esercito israeliano circonda i campi profughi palestinesi venendo meno al patto siglato con la forza multinazionale che però non fece nulla per fermarlo. I marines americani abbandonano Beirut il 3 settembre, insieme ai soldati francesi e italiani, e lo stesso giorno le milizie cristiano-falangiste, alleate degli israeliani, prendono posizione nel quartiere di Bir Hassan, ai margini dei campi profughi palestinesi di Sabra e Shatila.
Il 14 settembre Bashir Gemayel è ucciso in un attentato organizzato dai servizi segreti siriani con l'aiuto dei palestinesi e il giorno seguente le truppe israeliane invadono Beirut Ovest, rompendo l'accordo con gli Usa. Il ministro della Difesa israeliano Ariel Sharon affermò alla Knesset che "l'attacco aveva lo scopo di distruggere i terroristi".
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