Myanmar: l'ultimo Eldorado degli investitori?
L'ultima frontiera della globalizzazione: quasi del tutto chiuso all'occidente per decenni, il Myanmar è ricomparso a pieno titolo sulle cartine geografiche da meno di due anni e ha subito scatenato una sorta di corsa all'oro
Foto di Arianna Boldura, testi di Gianluca Di Donfrancesco
7. Alla scoperta del Myanmar / Il capitale umano
Una delle grandi risorse del Myanmar è la sua giovanissima popolazione: il 51% dei 62 milioni di abitanti ha meno di 21 anni e l'età media è di 27 anni, per un'aspettativa di vita di 65. Il 96% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni sa leggere e scrivere. Molti bambini però vengono abbandonati da famiglie troppo povere e numerose. Vengono allora accolti negli orfanotrofi dei monaci buddhisti (nella foto un giovane monaco insegna a un gruppo di bambini) che cercano di offrire un'istruzione di base e un riparo dallo sfruttamento. Ma non può bastare. La diffusione dell'inglese ha subito una battuta d'arresto negli ultimi 10 anni, perché la giunta ne aveva proibito lo studio, ma il Governo Thein Sein lo ha ripristinato. A molti giovani mancano le capacità e la formazione necessari a cogliere i frutti del processo di riforma in atto. Rischiano così di rimanere ai margini della trasformazione economica sospinta dalla marea di investimenti esteri in arrivo. In tanti se ne vanno in cerca di miglior fortuna all'estero, soprattutto a Singapore e in Malesia, dove possono guadagnare fino a 400 dollari al mese per mansioni di basso profilo pagate 100 o 200 dollari nelle fabbriche del Myanmar. Ma chi possiede un titolo universitario può ambire a stipendi da 1.500 dollari contro i 2-300 dollari offerti per lo stesso lavoro a casa. E quindi i giovani di maggior talento se ne vanno, proprio mentre il Myanmar si apre ai capitali stranieri: un paradosso.
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