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Questo articolo è stato pubblicato il 13 gennaio 2014 alle ore 09:16.

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Sarà applicato a partire dal 20 gennaio l'accordo raggiunto a Ginevra sul nucleare iraniano, che limita l'arricchimento dell'uranio di Teheran in cambio di una revoca delle sanzioni. «Le parti sono arrivate alla stessa interpretazione dell'accordo e il primo passo sarà la sua applicazione il 20 gennaio», ha annunciato ieri il negoziatore iraniano e viceministro degli Esteri, Abbas Araghchi, citato dall'Iran. Poco dopo il presidente americano Barack Obama ha confermato la data, felicitandosi di «questi importanti progressi».

L'Iran riceverà ad inizio febbraio un primo versamento di 550 milioni di dollari, parte di un importo di 4,2 miliardi di beni, che erano stati congelati a causa delle sanzioni internazionali e che saranno gradualmente sbloccati, come convenuto nell'accordo transitorio sul nucleare concluso a novembre. Lo ha annunciato il Dipartimento di stato americano. «Il calendario dei versamenti inizia il primo febbraio e i pagamenti saranno scadenzati su 180 giorni», ha dichiarato il responsabile americano. «Questo significa che i pagamenti avranno luogo ogni 34 giorni, ad eccezione dell'ultimo pagamento che cadrà il 180esimo giorno, vale a dire 33 giorni dopo il quinto pagamento», ha precisato il responsabile americano.

«Se l'Iran fallirà nel mantenere i propri impegni inaspriremo le sanzioni»: è l'avvertimento che il presidente americano, Barack Obama, rivolge a Teheran, ribadendo però che porrà il veto a nuove sanzioni ora. «Imporre nuove sanzioni adesso rischierebbe di rovinare i nostri sforzi per risolvere pacificamente la questione del nucleare». Obama, d'altra parte, ha espresso soddisfazione per l'accordo raggiunto con l'Iran. «È la prima volta in decenni che l'Iran è d'accordo su specifiche azioni tese a fermare il progresso del proprio programma nucleare e a fare dei passi indietro su punti chiave del programma», ha affermato il presidente americano.

In cambio dell'alleggerimento delle sanzioni, che stanno strangolando l'economia iraniana, l'Iran sospenderà per sei mesi le parti giudicate più pericolose del suo programma nucleare. L'intesa entrerà in vigore il 20 gennaio e fino al 20 luglio le parti definiranno un'intesa definitiva.

I punti dell'accordo

Questi i punti principali dell'accordo fra Iran e potenze del "5+1" (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania) stipulato il 24 novembre a Ginevra e che entrerà in vigore il 20 gennaio prossimo:

- L'Iran ha accettato che in questi sei mesi non arricchirà l'uranio oltre la soglia del 5 per cento.

- L'Iran si é impegnata a neutralizzare il suo intero stock di uranio arricchito al 20% (vicino al grado di raffinazione utile per realizzare una bomba atomica). Metà sarà "diluito" al 5% e metà sarà ossidato per produrre barre di combustibile utili solo per un vecchio reattore installato a Teheran per produrre isotopi nucleari a scopi medici.

- L'Iran non costruirà più nuovi impianti e fermerà i lavori per la realizzazione del reattore ad acqua pesante di Arak, che sarebbe stato in grado di produrre direttamente il plutonio necessario ad un ordigno.

- L'Iran consentirà agli ispettori dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) di accedere ai due impianti dell'arricchimento di Fordow e Natanz e consegnerà i progetti del reattore di Arak.

- I cosiddetti «5+1» (Usa, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e la Germania) e l'Iran costituiranno una «commissione congiunta» per collaborare con l'Aiea all'attività di monitoraggio e controllo del rispetto dei patti.

- In cambio saranno alleggerite le sanzioni in modo che Teheran, alla fine dei sei mesi dell'accordo, potrà in sintesi ottenere 7 miliardi di dollari al momento bloccati dalle sanzioni. Il grosso dei limiti alla commercializzazione del petrolio - la principale fonte di ricchezza del Paese - resterà in vigore.

- Né l'Onu né l'Ue imporranno nuove sanzioni nei sei mesi di vigenza dell'intesa.

- Saranno sospese per lo stesso periodo le sanzioni Usa e Ue sulle esportazioni di prodotti petrolchimici, sull'oro ed altri materiali preziosi, oltre che per l'import di auto e pezzi di ricambio per gli aerei.

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