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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2014 alle ore 17:49.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2014 alle ore 17:52.

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Al bando, entro il 2020, i sacchetti di plastica e le plastiche più pericolose. E' quanto chiede il Parlamento Europeo in un rapporto, non vincolante, appena approvato durante la sessione plenaria di Strasburgo. La strategia europea sui rifiuti plastici, se applicata, potrebbe portare a un risparmio di 72 miliardi di euro all'anno e aumentare il fatturato dell'Unione Europea nella gestione e riciclaggio dei rifiuti di 42 miliardi di euro all'anno, oltre alla creazione di 400mila nuovi posti di lavoro. I deputati lamentano una carente applicazione della normativa UE sui rifiuti e la mancanza di legislazioni comunitarie specifiche riguardo i rifiuti plastici.

«Con il voto di oggi, il Parlamento europeo chiede una svolta decisiva rispetto alle pratiche fin qui largamente tollerate, in base alle quali il 79% dei nostri rifiuti plastici finisce nelle discariche o negli inceneritori invece di incentivare la nostra economia sotto forma di materiali secondari di scarto», ha affermato l'eurodeputato Vittorio Prodi, dei Socialisti e Democratici, relatore della risoluzione.

L'Europa, secondo i dati dell'Agenzia Federale dell'Ambiente, produce 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica ogni anno, il 60 % dei quali è composto da sacchetti di plastica.

Il 50% dei rifiuti plastici viene depositato nelle discariche e ciò comporta uno spreco di oltre 12 milioni di tonnellate di petrolio greggio ogni anno.

Ciò che si chiede con questa risoluzione è di non metter più in discarica i residui plastici riciclabili o recuperabili e di disincentivare l'incenerimento di questo tipo di rifiuti. Tra le sostanze da eliminare dal mercato, su proposta dell'Europarlamento, ci sarebbero anche i metalli pesanti e le sostanze oxo-degradabili che non sono naturalmente degradabili e risultano pericolose per la salute umana. Inoltre l'uso dei sacchetti di plastica monouso dovrebbe essere progressivamente bandito.

Necessarie sono anche maggiori misure contro le esportazioni illegali e lo scambio abusivo di rifiuti plastici.

«Oggi abbiamo ribadito che desideriamo cambiare le cattive abitudini e prendere in considerazione i nostri prodotti: dalla produzione fino allo smaltimento finale. Utilizzandoli e riciclandoli correttamente, per quanto possibile, chiudiamo il ciclo e rendiamo effettivo il concetto di "economia circolare". Ciò aiuterà anche a ripulire i nostri mari e le nostre terre, creando più posti di lavoro» ha concluso l'europarlamentare Prodi.

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