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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2014 alle ore 15:06.
L'ultima modifica è del 14 gennaio 2014 alle ore 15:58.
Eppur si muove. Verrebbe da dire, a proposito della ricerca italiana, guardando i risultati del primo concorso per borse di studio di consolidamento (Consolidator Grant) resi noti dalla Commissione Ue. Nei 312 "cervelli" individuati dal Consiglio europeo della ricerca (Cer), che si divideranno 575 milioni di finanziamenti, ci sono 46 italiani. Siamo il secondo Paese, dopo la Germania, per numero di scienziati premiati. Peccato che oltre la metà dei ricercatori in questione operi all'estero: ben 26.
Che cosa sono i Consolidator Grant
Dal 2013 il sistema borse di studio del Cer è stato diviso in due: le borse di avviamento, destinate a ricercatori aventi dai 2 ai 7 anni di esperienza dopo il conseguimento del dottorato di ricerca (PhD), e quelle di consolidamento, destinate a ricercatori dai 7 ai 12 anni di esperienza. A una condizione: l'istituto ospitante deve essere stabilito nello spazio europeo della ricerca (Stati membri Ue + paesi associati al programma di ricerca dell'Ue). Rispetto all'edizione del 2012, che aveva introdotto la suddivisione tra avviamento e consolidamento, le domande per queste ultime sono aumentate del 46 per cento. Delle circa 3.600 richieste, dopo una peer review (valutazione tra pari) effettuata da 25 commissioni composte da scienziati di chiara fama provenienti da tutto il mondo, ne sono state accolte 312. Corrispondenti ad altrettanti ricercatori, che si divideranno così i 575 milioni di finanziamenti. Con una media per borsa di studio pari a 1,84 milioni di euro per cinque anni, fino a un massimo di 2,75 milioni di euro. Ma, considerando che ogni vincitore potrà formare la propria squadra di ricerca, si stima che in totale siano 1.100 studenti di post-dottorato e dottorato.
L'identikit dei vincitori
Il primo elemento che balza agli occhi è l'aumento della quota di donne tra i candidati idonei (24%) rispetto all'equivalente gruppo di ricercatrici a metà carriera nel concorso per borse di studio di avviamento del 2012 (22,5%). L'età media dei ricercatori selezionati è 39 anni. Il 45% dei borsisti proviene dal settore «fisica e ingegneria», il 37% dalle «scienze della vita» e il 19% dalle «scienze sociali e umane». Quanto alla nazionalità, se ne trovano 33 diverse mentre istituti coinvolti sono situati in 21 Paesi del Vecchio continente, 9 dei quali ospitano cinque o più borsisti. In termini di strutture ospitanti, il Regno Unito (62), la Germania (43) e la Francia (42) sono ai primi posti. Mentre l'Italia appare più indietro con 20 vincitori. A cui vanno aggiunti i 26 cervelli premiati, che operano però all'estero e che portano a 46 i componenti della pattuglia tricolore. Per provenienza dei premiati siamo la seconda realtà premiata: ci posizioniamo dietro la Germania (48) e davanti a francesi (33), britannici (31) e olandesi (27).
Uno dei progetti premiati: l'orologio anti-eruzione
Tra i 20 progetti realizzati in Italia spicca quello del dottor Diego Perugini, giovane ricercatore dell'Università di Perugia che riceverà 1,9 milioni di euro per portare avanti la sua ricerca ("Chronos") dedicata alla previsione delle eruzioni vulcaniche. La causa scatenante delle eruzioni è il riempimento di una camera magmatica al di sotto del vulcano e il mescolamento di magma al suo interno. Basandosi sullo studio di questi processi, Perugini e la sua squadra sperano di arrivare a calcolare con precisione i tempi delle eruzioni. Quando i diversi magma si mescolano causano modifiche agli elementi chimici che vengono registrate nelle rocce vulcaniche come se fossero congelate nel tempo. I ricercatori useranno questi dati geochimici per misurare il tempo trascorso tra il mescolamento e l'eruzione. Le ricerche si concentreranno su due regioni attive nell'Italia meridionale, inclusa l'area del Vesuvio, e sul vulcano di Soufrière Hills, ai Caraibi, diventato attivo nel 1995 con effetti catastrofici.
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