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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2014 alle ore 18:50.
L'ultima modifica è del 15 gennaio 2014 alle ore 20:19.

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«Pur consapevole che il reato commesso dal detenuto in questione é stato fonte in altri di dolore che merita rispetto e considerazione, il presidente Napolitano si augura che sia l'esame della richiesta di sospensione dell'esecuzione della pena sia la procedura per la grazia siano condotte in tempi commisurati alla gravità delle condizioni di salute di Vincenzo Di Sarno». Così una nota del Quirinale sulla vicenda di Vincenzo Di Sarno, detenuto a Poggioreale gravemente malato.

La mamma: grazie al presidente Napolitano, speriamo non sia troppo tardi
«Ringrazio il presidente Napolitano, spero non sia troppo tardi per Vincenzo e che ora si faccia presto perchè non può attendere», ha detto Maria Cacace, mamma di Vincenzo Di Sarno. «Ringrazio il presidente Napolitano, spero non sia troppo tardi per Vincenzo e che ora si faccia presto perchè non può attendere».

Berretta andrà a Poggioreale venerdì
Il sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta si recherà venerdì in visita al carcere di Poggioreale e in quest'occasione incontrerà Vincenzo Di Sarno, per sincerarsi personalmente delle sue condizioni. Di Sarno, 35 anni, da oltre 4 recluso a Poggioreale per una condanna a 16 anni per omicidio, affetto da un tumore, ha scritto una lettera al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, parlando della sua situazione e affermando di preferire l'eutanasia della morte in cella.

Il cappellano: purtroppo non è l'unico caso
«Purtroppo non è l'unica situazione», ha detto il cappellano di Poggioreale, don Franco Esposito, intervistato da Radio Vaticana sul caso di Vincenzo Di Sarno: «Diciamo che questa è quella più appariscente, ed è una situazione che noi stiamo seguendo da anni. Lui è stato spostato, dopo la lettera scritta a Napolitano, dopo che ci siamo interessati, dal padiglione dove si trovava al centro clinico, centro che, in realtà, è formato da ulteriori celle dove comunque i detenuti sono rinchiusi per 22 ore al giorno. Lui esce solamente per fare delle terapie che non sono quelle di cui in realtà avrebbe bisogno».

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