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Questo articolo è stato pubblicato il 16 gennaio 2014 alle ore 13:27.
L'ultima modifica è del 16 gennaio 2014 alle ore 13:35.

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Università di PalermoUniversità di Palermo

Un Osservatorio di legalità su democrazia e giustizia. E' l'iniziativa di un gruppo di docenti universitari di Palermo alla luce delle notizie di stampa sull'indagine denominata "spese pazze all'Assemblea regionale" che ha coinvolto 97 persone tra cui i tredici capigruppo della scorsa legislatura. Del nucleo promotore dell'Osservatorio fanno parte Costantino Visconti, docente di diritto penale, Marco Mazzamuto che insegna diritto amministrativo, e Paola Maggio, docente di procedura penale.

«L'obiettivo dell'Osservatorio - spiegano i promotori - è di monitorare e fare chiarezza in punto di diritto sulle questioni affrontate dalle indagini che, va detto, sono ancora alla fase iniziale». Si tratta, spiegano ancora i promotori, di evitare un duplice rischio: che si faccia, come si suol dire, di tutta l'erba un fascio senza alcuna distinzione tra chi ha approfittato dei fondi pubblici per arricchirsi o ricevere benefici personali indebiti e chi, invece, nell'amministrare risorse pubbliche ha agito in buona fede in un quadro normativo poco chiaro. L'altro rischio, sostengono ancora, è che l'esercizio dell'azione penale ancora una volta si trasformi in strumento suscettibile di essere piegato a fini estranei alla giurisdizione. In altre parole i promotori temono che un controllo penale dei delicatissimi meccanismi della politica non sufficientemente ponderato crei più danno alla democrazia che altro.

Lo studio, già avviato, riguarderà non solo le norme penali (ovvero i reati) ma anche la complessa legislazione e regolamentazione parlamentare su questi temi. In particolare si cercherà anche di mettere a confronto le esperienze giudiziarie nonché i presupposti normativi che stanno alla base delle inchieste giudiziarie palermitane e di altre sedi giurisdizionali e in particolare nel Lazio dove i procedimenti hanno già superato il vaglio dei giudici di merito.

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