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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2014 alle ore 06:45.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 11:42.

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Se l'arcigna Europa del rigore si agghinda con la camicia di forza dell'ambientalismo velleitario, per i Paesi in cerca di una via di fuga dalla recessione, come è l'Italia, non può che esserci prima paralisi, poi declino. È velleitario associarsi a Gran Bretagna, Germania, Francia e altri 8 Paesi nel chiedere un ulteriore inasprimento delle politiche di abbattimento delle emissioni di CO2.

L'Italia, già più zelante di altri, ha pagato un prezzo caro nei margini di competitività della propria industria. Siamo la seconda manifattura del Vecchio Continente: prima di firmare appelli autolesionisti con compagni di strada che nulla hanno da perdere (perché magari puntano sui servizi e non sulla produzione) meglio pensarci. Il nostro velleitarismo si sposa con la loro malizia. Senza contare che il clima si risana davvero se i grandi inquinatori del Pianeta collaborano (cosa che per ora non fanno). La green economy è una svolta sacrosanta, ma perché il verde sia di speranza e non di bile servono gradualità razionale e investimenti. (a.o.)

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