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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2014 alle ore 08:17.

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Tremila casette di legno piantate all'Aquila. Uno pensa ai paesaggi bucolici in sintonia con lo scenario in cui troneggia il Gran Sasso con i fianchi innevati che scivolano a valle. Niente di più sbagliato. Qualche mese dopo il terremoto si decise che chi avesse una casa in classe "E", dunque totalmente distrutta, potesse costruire delle casette di legno al massimo di 95 metri quadri in forza di alcuni requisiti soggettivi e oggettivi: essere residenti nei Comuni del cratere, non possedere altre case, che fosse un'abitazione provvisoria, quindi pronta a essere smantellata alla fine dell'emergenza, e non sorgesse su aree a rischio di dissesto idrogeologico. La provvisorietà e il successivo smantellamento implicano strutture leggere, preferibilmente in legno, costruite persino in terreni agricoli a patto che siano limitrofi ad aree urbanizzabili. Fatta l'ordinanza, ognuno si è sbizzarrito come ha voluto. Tanto che il Comune ha imposto la demolizione di una ventina di casette costruite a pochi metri dal greto del fiume Aterno, provvedimento sospeso ad hoc per il signor Giuseppe Gallucci, proprietario di diversi bar e parente dell'ex vicesindaco Roberto Riga. Sono cose che succedono.
C'è poi il caso del giudice Fabio Picuti, pubblica accusa in molti processi del dopo sisma, compreso quella contro la Commissione grandi rischi, aquilano doc con una casa in classe E. Il magistrato, dopo due anni di defatiganti spole con Rieti, presenta domanda a Ocre, un tiro di schioppo dal capoluogo e, racconta a Il Sole-24 Ore, si attiene "scrupolosamente" alla normativa. La sua villa color rosa sfumato appollaiata su un poggio, con un secondo piano a piramide e la cancellata di ferro ornata da motivi a rombi, è un manufatto di cemento armato costruito su un terreno agricolo. Metratura? «Sono dettagli che non mi va di specificare» dice. In realtà, sarà almeno trecento metri quadri, ma il magistrato ci tiene a precisare che i Comuni concedono le metrature in forza del nucleo familiare. Le tribù, dopotutto, esistono ancora.Ora, le fattispecie sono tre: proroga del permesso, condono o demolizione a carico del proprietario. Il diritto amministrativo, spiega Picuti, «contempla però possibilità, come l'acquisizione del bene al Comune». Ottima idea: quale sede migliore per una casa della legalità urbanistica? Ma.M.
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