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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2014 alle ore 22:27.
L'ultima modifica è del 21 gennaio 2014 alle ore 07:43.

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I mari e gli oceani costituiscono una fondamentale fonte di energia rinnovabile generata dalle onde, le maree e le correnti marine. Sviluppare questo settore oltre ad aiutare l'Europa a raggiungere i suoi obiettivi in materia di energia rinnovabile e riduzione dei gas serra, potrebbe risultare importante anche per la crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro: 40mila posti di lavoro entro il 2035. Altri studi stimerebbero la creazione di 20mila posti di lavoro entro il 2035 nel solo Regno Unito.

È quanto sostiene la Commissione Europea che ha presentato un piano di azione a sostegno dell'energia blu per una maggiore industrializzazione del settore. Lo sfruttamento dell'energia proveniente dalle nostre acque dovrebbe portare, infatti, ad una economia a basso consumo di carbonio e a una migliore sicurezza energetica grazie alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.

Maria Damanaki, Commissaria europea per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: «Come sottolineato nella nostra strategia per la crescita blu, i mari e gli oceani dispongono del potenziale per creare un'ingente crescita economica e i posti di lavoro così necessari in questo momento. Aiutando il settore dell'energia oceanica a raggiungere il suo pieno sviluppo potremo sfruttare questo potenziale grazie all'innovazione, garantendo, nel contempo. all'Europa un'energia pulita e rinnovabile».

Le più grandi opportunità di lavoro sorgeranno lungo le aree costiere dell'Atlantico che, al momento, soffrono di una forte disoccupazione. Ma la creazione di nuovi posti di lavoro riguarderà tutta l'Europa non solo i Paesi costieri. Inoltre grazie agli investimenti pubblici e privati nella ricerca e nello sviluppo la posizione dell'industria europea nel mercato globale dell'energia oceanica è attualmente forte: la maggior parte degli sviluppatori tecnologici hanno sede nella Ue.

Il mercato mondiale dell'energia delle maree e delle onde potrebbe costituire un valore di 535 miliardi. È fondamentale, secondo la Commissione UE, che l'Europa investa in questo settore per crearsi una posizione considerevole nel mercato futuro.

Günther Oettinger, Commissario europeo, responsabile per l'Energia, ha dichiarato: «L'energia oceanica possiede un potenziale considerevole per aumentare la sicurezza di approvvigionamento. Questo nuovo piano d'azione intende contribuire a promuovere l'innovazione tecnologica e a conseguire e andare oltre gli obiettivi della strategia Europa 2020. Lo sviluppo di un'ampia gamma di fonti di energie rinnovabili, fra cui l'energia oceanica, facilita inoltre la loro integrazione nel sistema energetico europeo».

Si stima, che l'energia blu potrebbe soddisfare il 78% del consumo energetico in Ue. Il piano di azione della "Energia blu", previsto dalla Commissione UE, sarà focalizzato sull'istituzione di un Forum, che riunirà industrie, stati membri, autorità regionali e Ong per condividere competenze in materia, cooperare, trovare soluzioni ed esplorare le sinergie con altri settori marittimi , in particolare l'eolico off-shore. Tutto questo dovrebbe portare all'elaborazione di una tabella di marcia per il settore dell'energia energetica per una futura iniziativa industriale europea.

Gli ostacoli però non mancano: i costi tecnologici sono elevati, difficile l'accesso ai finanziamenti, oltre ai problemi infrastrutturali, ambientali e alle barriere amministrative.

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