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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2014 alle ore 09:34.
L'ultima modifica è del 21 gennaio 2014 alle ore 09:49.

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Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha ritirato l'invito all'Iran, alleato di ferro del regime di Bashar al-Assad, per la conferenza di pace sulla Siria, la cosiddetta Ginevra 2, che si aprirà domani a Montreux.
Ban Ki-moon ha ritirato l'invito dopo che il governo di Teheran aveva dichiarato di non sostenere l'accordo di Ginevra del 30 giugno 2012 per una transizione politica in Siria, che è la base di partenza per i nuovi negoziati.

Ban Ki-moon «continua a chiedere all'Iran di unirsi al consenso unanime che sta dietro il comunicato di Ginevra», ha detto il portavoce, Martin Mesirky. «Poiché l'Iran ha deciso di rimanere al di fuori di tale consenso di base», Ban «ha deciso che la giornata inaugurale di Montreux si terrà senza la partecipazione dell'Iran».
Nell'annunciare l'invito all'Iran, Ban ki-moon aveva spiegato di essersi trattenuto a lungo negli ultimi giorni con il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, e di essere convinto che Teheran fosse d'accordo con il comunicato finale di Ginevra 2012, che prevede "de facto" l'addio al potere di Bashar al-Assad. Teheran invece oggi ha dichiarato il suo rifiuto a qualsiasi «pre-condizione» posta alla sua partecipazione.

L'Iranha avvertito che senza la sua partecipazione le probabilità di successo della conferenza sulla Siria che si apre domani a Montreux, in Svizzera, «non sono grandi». «È chiaro che una soluzione complessiva alla questione siriana non potrà essere trovata fin quando tutte le parti influenti non saranno state coinvolte nel processo», ha affermato il viceministro degli Esteri Abbas Araqchi, poche ore dopo l'annuncio che l'Onu ha ritirato l'invito a Teheran, alleato di ferro del regime d Bashar al-Assad. «Tutti sanno che senza l'Iran le possibilità per una vera soluzione in Siria non sono grandi», ha aggiunto.

Dopo la decisione del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon di ritirare l'invito all'Iran alla conferenza di pace per la Siria, gli Stati Uniti hanno affermato di auspicare che "tutte le parti possano ora tornare a concentrarsi sullo scopo" della riunione, che è quello di "porre fine alle sofferenze del popolo siriano e avviare un processo verso la transizione politica" attesa da lungo tempo.
Lo ha affermato in un comunicato la portavoce del Dipartimento di Stato, Jen Psaki, sottolineando che, "come gli Usa hanno detto molte volte, lo scopo della conferenza Ginevra 2 è l'applicazione del Comunicato di Ginevra" del 30 giugno 2012, "compresa la realizzazione di un consenso comune su un governo di transizione con piena autorità esecutiva".

Per il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, il ritiro dell'invito all'Iran per la conferenza sulla Siria danneggia la credibilità delle Nazioni Unite. «Mi spiace che tutta questa storia non ha aumentato la credibilità dell'Onu», ha commentato in una conferenza stampa a Mosca.

L'opposizione siriana, che aveva minacciato il ritiro della partecipazione nel caso di presenza dell'Iran alla conferenza di pace, ha riconfermato che sarà a Montreaux domani.

Ieri intanto è entrato in vigore l'accordo provvisorio sul nucleare iraniano e da oggi partono a Ginevra i contatti del gruppo 5+1 per un patto definitivo.

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