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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2014 alle ore 06:42.

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ROMA
«Ripristinare alcune sezioni distaccate rischia di determinare un effetto domino a valanga». Lo spiega in quest'intervista Rodolfo Sabelli, presidente dell'Anm, a proposito dei correttivi alla nuova geografia giudiziaria, in particolare il ripristino delle sezioni distaccate nelle isole minori (Elba, Ischia, Lipari) che la Cancellieri (dopo il rinvio deciso dal Consiglio dei ministri venerdì scorso) sembra voglia riproporre, "forte" della sollecitazione avuta in Parlamento, soprattutto dal Pd.
Presidente, l'ex responsabile giustizia del Pd Danilo Leva e l'attuale, Alessia Moreni, hanno chiesto espressamente correttivi per i «territori insulari, montani e che presentano un'alta infiltrazione di criminalità organizzata». L'Anm ha già detto no, vuole spiegare perché?
I correttivi sono previsti dalla legge e noi non abbiamo nulla in contrario. Anzi. Il problema è che il recupero anche di poche sezioni distaccate rischia di creare un precedente pericoloso. Uno dei cardini della riforma è proprio la generalizzata abolizione delle sezioni distaccate, uffici acefali, dipendenti dai Tribunali. E l'esperienza passata ha evidenziato diversi problemi organizzativi proprio per questa dipendenza.
L'obiezione è che va garantita una giustizia di prossimità: un ufficio distaccato costituisce una visibile presenza della giustizia sul territorio...
È un argomento simbolico. Una giustizia efficace conta molto più di un simbolo e questa riforma mira, attraverso l'impiego razionale delle risorse, a resitutire efficacia alla giustizia. Piuttosto, occorrono risorse, umane e materiali, per sfruttare appieno l'occasione.
Altro argomento: la mancanza di un ufficio di prossimità crea disagi al cittadino, come nelle isole...
Argomento che potrebbe essere usato anche per altri territori... Ma per andare incontro alle esigenze dei cittadini vanno sfruttate le tecnologie, dall'informatica alla videoconferenza, che consentono di ridurre costi e tempi. Bisogna che la riforma sia al passo con i tempi, per non trovarci con una geografia giudiziaria superata quando questi strumenti saranno più diffusi.
E cosa risponde a chi agita la presenza della mafia per mantenere questo o quell'ufficio?
È un argomento più suggestivo che reale. La riforma non tocca gli uffici di polizia sul territorio e l'attività inquirente è già concentrata nelle Procure distrettuali antimafia. Semmai, il discorso riguarderebbe i Tribunali, per i quali, però, il problema è realizzare una giustizia efficace, ben più importante del luogo in cui si fanno i processi, che comunque non sarebbe mai la sezione distaccata.
D. St.
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