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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2014 alle ore 06:46.

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BARI
«Il gasdotto si deve fare in Puglia». È netto il vice presidente di Confindustria, Alessandro Laterza, a proposito del Trans Adriatic Pipeline – in sigla Tap – che dovrà portare 10 miliardi di metri cubi di gas dall'Azerbajian all'Europa approdando sulla costa adriatica pugliese. Nei giorni scorsi il comitato tecnico regionale per la Valutazione di impatto ambientale ha bocciato per la seconda volta il progetto e detto soprattutto no all'approdo di San Foca, nel Salento. Un parere non vincolante che comunque ha il suo peso nella procedura nazionale già aperta. Ed è proprio da quel no della Regione Puglia che Laterza ora riparte chiedendo un confronto. «Credo che il parere del comitato regionale non chiuda tutti i margini ma lasci aperti degli spazi – osserva Laterza in un dibattito a Bari di Confindustria Puglia presente Tap –. E allora tocca al Governo convocare Regione Puglia e società Tap per un chiarimento di fondo perché nessuno può sottovalutare la valenza strategica dell'opera. Un investimento da 40 miliardi approvato dall'Unione Europea e soggetto a trattati internazionali». «Francamente – aggiunge Laterza – non ho capito i motivi veri dell'opposizione al gasdotto da parte del territorio. Non mi pare che le osservazioni fatte abbiano validamente argomentato i rischi e i pericoli che si intravvedono col gasdotto. Stiamo parlando di un impianto il cui impatto ambientale è molto contenuto e per il quale sono stati fatti degli studi e date delle garanzie. Bisogna quindi riprendere il dialogo – insiste Laterza – perché quello che c'è stato a Lecce lo scorso 27 dicembre non è stato un confronto, ma un'arena dove prevale la tifoseria contraria all'opera». Laterza poi frena sulla possibilità di una fusione tra il gasdotto di Tap e quello di Igi-Poseidon, quest'ultimo già autorizzato con approdo a Otranto.
«Nessun segnale ancora dal Governo – annuncia Giampaolo Russo, ad di Tap Italia –, aspettiamo di essere convocati. Aspettavamo che lo facesse anche il comitato tecnico regionale prima di pronunciarsi, e invece ha chiuso l'istruttoria in appena due settimane, e mentre da un lato ci chiedeva ulteriori documenti dall'altro bocciava il progetto. Valutazioni tecniche? Sí, ma già annunciate politicamente».
«Si è detto che il gasdotto nuoce all'economia turistica e marittima della zona ma vorrei ricordare – afferma Russo – che Tap, benché la procedura di Via non lo preveda perché nemmeno valutabile, ha fatto uno studio sull'impatto locale, si è impegnata a indennizzare quanti, pescatori o operatori turistici, avessero subito un danno accertato, e ha assicurato che non ci sarebbero stati lavori durante la stagione balneare». Sulla possibilitá di unificare i due gasdotti, Russo non chiude ma ricorda: «Sono tracciati diversi con quantità diverse di gas trasportato». Mentre la possibilità di portare il gasdotto Tap a Cerano (Brindisi) per riconvertire la centrale Enel a carbone, ipotesi caldeggiata da parte del Pd pugliese, non è ritenuta praticabile. Intanto Tap avverte: «Non aspetteremo all'infinito».
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