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Questo articolo è stato pubblicato il 24 gennaio 2014 alle ore 17:21.

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I banchieri elvetici appoggiano i negoziati tra Svizzera e Italia sul dossier fiscale "che stanno andando nella direzione giusta" e ne auspicano una "rapida" conclusione per sistemare una volta per tutte il passato. D'altro canto, le soluzioni siano "ragionevoli, accettabili e definitive". Ad indicare la "posizione di base" dell'Associazione Bancaria Svizzera e' il suo presidente, Patrick Odier.

"Vorremmo arrivare a una soluzione del problema fiscale con l'Italia e ci adoperiamo con tutti i mezzi per appoggiare i nostri negoziatori nella discussione con le autorita' italiane", indica Odier in un colloquio con Radiocor a margine del World Economic Forum, nella giornata che ha visto l'incontro tra il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni e la sua omologa svizzera Eveline Vidmer-Schlumpf sull'accordo bilaterale che include il dossier fiscale. Il banchiere, che e' anche senior partner della Lombard Odier - la piu' antica banca privata svizzera, fondata nel 1796 - insiste sulla "volonta' di sistemare il passato in modo sicuro per i clienti e per le banche e di trovare una buona formula per l'avvenire per evitare che fondi non dichiarati si trovino in Svizzera come in passato".

Sotto questo profilo, aggiunge Odier, "le discussioni vanno nel verso giusto". A spingere per la ricerca di una soluzione e' anche il fatto che Italia e Svizzera "sono Paesi amici con relazioni molto strette su molti settori e questo dossier danneggia un po' i rapporti".
Per questo "bisogna trovare una soluzione rapida e sono felice che le autorita' italiane mostrino un interesse a far avanzare il negoziato", rileva Odier che ritiene "positivo che si diano soluzioni ai cittadini italiani che sono coinvolti da questo dossier, purche' le soluzioni siano accettabili, ragionevoli e definitive".

Il banchiere non va nei dettagli sulle opzioni limitandosi a dire che ce ne sono varie e che in generale "la soluzione piu' accettabile e' quella che fa si' che il governo sia soddisfatto di avere sistemato il problema fiscale una volta per tutte e che il cliente sia soddisfatto di avere fatto fronte al suo debito da un lato a condizioni ragionevoli e dall'altro senza rischi supplementari". Odier non e' impensierito dal rischio di una fuga di capitali dalle banche svizzere per effetto degli accordi fiscali, anche se e' una delle questioni che rientra nel dibattito. "La Svizzera ha ben altre qualita' che non quella di essere solo un Paese dove si deposita del denaro che non ha assunto le proprie responsabilita' fiscali", spiega infatti.

Sono infatti molti i servizi che la Confederazione puo' offrire ai clienti italiani, "perfettamente dichiarati come avviene oggi". Inoltre, "un numero enorme di clienti italiani non ha alcun problema fiscale e sono ben felici di trovare dei servizi, una qualita', un'internazionalizzazione e una sicurezza che forse non hanno sempre in patria".

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