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Questo articolo è stato pubblicato il 25 gennaio 2014 alle ore 08:18.
TORINO
Il Lingotto chiude all'ipotesi di aumenti salariali per il 2014 e i sindacati, nell'incontro di ieri all'Unione industriale di Torino, sottolineano che senza aumenti il contratto non si chiude. La trattativa per il rinnovo del contratto collettivo del gruppo Fiat è arrivata, dunque, al nodo salariale. L'anno scorso, i sindacati firmatari del Ccsl – Fim-Cisl, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri – avevano chiuso un accordo economico "ponte" per il solo 2013, con un aumento di 40 euro mensili, a partire da febbraio, rimandando di un anno la trattativa economica per il biennio successivo, il 2014-2015, e tutta la parte normativa.
Ieri si è arrivati al nocciolo, con il Lingotto che ribadisce le performance negative del mercato Italia ed Eeuropa, il livello pesante di ore di cassa integrazione nel perimetro Fga – oltre 32 milioni, come per il 2012 –, l'aumento dell'esposizione finanziaria dovuta all'acquisizione delle quote Chrysler di Veba e l'impegno sugli investimenti negli stabilimenti italiani. A rendere ancora più complessa la trattativa, c'è la questione del tasso di inflazione in calo che, secondo la lettura del Lingotto, toglie forza al tema della tutela del potere d'acquisto, e il fatto che altri gruppi, Psa, Renault e Opel, hanno bloccato la contrattazione nazionale. «Crediamo che il momento storico che sta vivendo il gruppo – sottolinea Ferdinando Uliano della Fim-Cisl – abbia prospettive importanti e migliori rispetto alla situazione di un anno e mezzo fa, quindi siamo convinti che la questione economica vada affrontata anche per il 2014 ed è quello che ci auguriamo emerga nel prossimo incontro del 5 febbraio». I contratti, aggiunge Eros Panicali della Uilm, «non si possono chiudere solo sulla parte normativa, va fatto un passo sugli aumenti». Resta in primo piano la questione del "disallineamento" tra il contratto nazionale dei metalmeccanici, sottoscritto a dicembre 2012, che prevede per il triennio 2013-2016 un incremento salariale pari a 130 euro mensili, a regime, a partire dai 35 euro del 2013, dai 45 euro dal 1° gennaio 2014 e 50 euro dal 1° gennaio 2015. Un gap che pesa per circa 90 euro mensili, esattamente quanto richiesto dai sindacati firmatari in sede di contrattazione Fiat.
Mercoledì prossimo, invece, in calendario il Cda del Lingotto che approverà i conti del quarto trimestre 2013 e stabilirà nuovo nome del Gruppo, quartier generale e mercati di riferimento per la quotazione – quotazione principale a New York, secondaria a Milano e domicilio fiscale a Londra, secondo l'agenzia Bloomberg –, poi di seguito uno dei due incontri annuali di Sergio Marchionne con i sindacati.
In casa Fiat, intanto è tutto pronto per l'arrivo della nuova monoposto Ferrari, che sarà presentata oggi, battezzata dalla rete, con un'affluenza record al sondaggio online che ha visto la partecipazione di oltre un milione di votanti, F14 T.
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