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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2014 alle ore 22:03.

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Il caso di Nunzia De Girolamo arriva a complicare una fase difficile per il premier Enrico Letta e per il suo governo. Anche se una sostituzione della ministra alfaniana per le Politiche agricole in seguito alla vicenda della Asl di sua decisione di anticipare tutti con le dimissioni, accompagnate dall'accusa «il governo non mi ha difesa», coglie il premier alla vigilia di passaggi decisivi.

Letta si presenta al vertice italo-spagnolo sulla disoccupazione e la povertà con il premier Mariano Rajoy con un'altra importante casella in meno nel mosaico della sua squadra, dopo le dimissioni del viceministro democratico all'Economia Stefano Fassina. E soprattutto si presenterà all'incontro con la commissione Ue del 29 gennaio senza aver ancora siglato il patto di coalizione "Impegno 2014" e senza aver potuto procedere alla sostituzione delle caselle mancanti del suo governo.

Si aspetta Matteo Renzi, e soprattutto si aspetta il dipanarsi della matassa legge elettorale alla Camera, che dovrebbe andare in Aula per il voto proprio mercoledì 29. Il giorno prima Letta parteciperà alla direzione del Pd convocata da Renzi per approvare un importante tassello del patto di coalizione, ossia il Jobs Act. Solo nel fine settimana si potrà cominciare a ragionare sul rimpasto o rimpastino che sarà, cioè quando il destino della legge elettorale sarà chiarito e quando Renzi – di conseguenza – avrà deciso fino a che punto farsi coinvolgere con personalità a lui vicine nel nuovo esecutivo. Per adesso Letta perde un altro pezzo, e proprio alla vigilia di importanti appuntamenti internazionali. Probabile, nel frattempo, un interim dell'Agricoltura alla stesso premier o all'Economia.

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