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Questo articolo è stato pubblicato il 27 gennaio 2014 alle ore 13:04.

Matteo Renzi (LaPresse)Matteo Renzi (LaPresse)

Matteo Renzi ha di fronte un cammino difficile, ma "è la migliore speranza dell'Italia". Non è ancora Primo ministro, ma "è la più grande fonte di energia nella politica italiana" dalla discesa in campo di Silvio Berlusconi 20 anni fa. Il Financial Times fa un'altra apertura di credito a Renzi, questa volta con un articolo dell'editorialista Wolfgang Münchau.

Secondo il Ft, il sindaco di Firenze per un momento è sembrato perfetto nei panni di un Primo ministro italiano, quando ha invitato Berlusconi nel quartier generale del Pd e i due hanno imbastito un accordo su un nuovo sistema elettorale.
A parte il nuovo sistema elettorale, continua Münchau, Renzi ha promesso riforme del mercato del lavoro fin da quest'anno. E tagli delle tasse. E privatizzazioni. "Ha grandi ambizioni per il suo Paese. Ha anche grandi ambizioni per se stesso. Chiaramente vuole il lavoro di Enrico Letta, con il quale ha una non facile relazione. Nel frattempo, la strategia di Renzi è di superare Letta e guidare l'agenda politica del Paese dal quartier generale del suo partito".

Ma Renzi offre una vera alternativa? o si tratta solo di ambizione personale? si domanda l'editorialista del Ft.
Sulla riforma elettorale, Münchau afferma che l'esistenza di un accordo è più importante del contenuto. E quanto al contenuto non si fa illusioni: "L'accordo Renzi-Berlusconi di per sé non è ottimo. Il nuovo sistema sarà pasticciato come il vecchio". E quel che è peggio, nota il Ft, gli elettori non avranno vera scelta sui parlamentari che li rappresenteranno.
Insomma è stato "uno sporco compromesso". "Tutti lo sanno, ma fa quello che deve fare. E comunque nessun sistema elettorale è perfetto".

Secondo Münchau, l'episodio è "rivelatore" dell'approccio di Renzi alla politica. "Mi aspetterei che affronti le riforme economiche con lo stesso spirito energico e pragmatico". L'editorialista si aspetta "grandi accordi simili, tra destra e sinistra, tra datori di lavoro e sindacati, tra Italia e Ue". Ma le riforme che vuole Renzi costeranno soldi. "Non sarà in grado di riformare e consolidare il bilancio allo stesso tempo, poiché dovrà pagare mazzette politiche per assicurarsi gli accordi".

Ma il compito di Renzi sarà più difficile di quello affrontato in Germania da Gerhard Schröder o in Gran Bretagna da Tony Blair. Renzi dovrà fare in modo che l'Italia possa mantenere la propria posizione nell'unione monetaria. E l'Italia "ha bisogno di molto di più dell'attuale debole crescita economica ora in corso". Per Münchau, "è difficile vedere come possa tornare ai tassi di crescita pre-eurozona, anche se il governo farà le cose giuste".

"Ci sono - conclude Münchau - molte buone ragioni per essere scettici su Renzi. Forse si rivelerà una delusione – un Berlusconi della sinistra, come dicono alcuni che lo criticano. Dubito che sia così - aggiunge - l'accordo politico della scorsa settimana ci dice che è la migliore speranza che l'Italia ha. Seppure non sia una grandissima speranza".

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