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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2014 alle ore 06:44.

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BARI
L'Anas l'aveva definita opera di interesse nazionale, il Parlamento l'aveva inserita nella legge Obiettivo 443 del 2001 e il Cipe, nello stesso anno, l'aveva compresa nel programma delle infrastrutture strategiche. Era la "circonvallazione del salotto", variante esterna all'abitato di Santeramo e a chiederla, già negli anni 90, erano stati gli imprenditori di quel polo produttivo allora in piena espansione, compreso tra Altamura, Matera e Gravina.
La cittadina murgiana affogava nel traffico pesante, bloccata, a qualsiasi ora, da decine di Tir che trasportavano materie prime per le aziende del polo e ripartivano con i prodotti finiti, destinazione il casello autostradale di Gioia del Colle (a 14 km) o il porto di Bari (a 37), piuttosto che quello di Salerno o Napoli. Nei momenti migliori per il settore ne circolavano, in media, anche un centinaio al giorno, con corollario di traffico, ritardi, aggravio di costi. Fino a che l'approccio non divenne scientifico. Vennero studiati i flussi di traffico e scelti gli orari migliori per far muovere i mezzi pesanti: non la mattina presto (troppi trattori agricoli), né il pomeriggio (troppe auto), ma all'ora di pranzo.
Quella variante esterna – un intervento da 51,8 milioni(21,2 a carico di Anas e 30,6 della regione Puglia) – doveva servire, grazie ad una nuova arteria (lunga 10,4 km) a superare l'abitato e a collegare più rapidamente il polo produttivo all'asse viario Bari-Altamura-Matera.
A 20 anni dai primi annunci la "circonvallazione del salotto" è solo un ricordo, molto lontano e senza futuro. Consegnati a settembre 2007, i lavori vennero sospesi un mese dopo e il contratto con l'impresa rescisso. E oggi? Oggi l'Anas risponde a Il Sole24Ore che il progetto, «pur rientrando nei nostri programmi, non è inserito nelle priorità considerato che bisogna adeguare il progetto esecutivo e si rende necessario reperire le risorse finanziarie». Insomma tutto fermo. E così nel tempo la circonvallazione ha cambiato nome: «È rimasta un sogno – dice polemico Michele D'Ambrosio, sindaco da maggio 2012 –. Se realizzata avrebbe fatto risparmiare tempi e costi alle imprese del salotto e migliorato la città». La provincia di Bari,ad aprile scorso, ha deliberato un intervento di 2 milioni per realizzare, in un anno, una bretella di collegamento tra le due strade provinciali per Altamura e Matera. Per il resto, in 20 anni, nella rete viaria a supporto della competitività del comparto è cambiato ben poco. Nel distretto, invece, è cambiato quasi tutto: i siti produttivi principali(a Santeramo si sono aggiunti Jesce,Laterza, La Martella a Matera), i modelli produttivi (nella “moving line” i fornitori portano i semilavorati in azienda solo quando servono), i flussi delle merci del comparto che si irradiano verso porti e autostrade sull'asse Matera-Altamura-Bari. Ma su questo asse i lavori sono sempre in corso. La Matera-Altamura è stata adeguata solo per 14 km (costo 53 milioni) e sono in aggiudicazione i lavori, per 27 milioni, per la bretella di innesto ad Altamura della SS99 con la SS96. Sulla Altamura-Bari (SS96) sono a 4 corsie solo 6 km (costo 30 milioni), mentre altri 15,5 km (101 milioni) saranno completati tra fine 2014 e fine 2016 e così quelli in corso per 9 km (100 milioni) tra Modugno e Toritto. Risultato? Dieci giorni fa l'ennesima protesta per i ritardi sulla SS 96 dei sindaci di Gravina in Puglia, Matera, Altamura e Toritto.
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