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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2014 alle ore 06:42.

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ROMA.
«Boia delle opposizioni, anzi dell'unica opposizione», nessuno si era spinto così in là nell'attacco sia pure verbale a Giorgio Napolitano, cioè alla più alta carica dello Stato. Nessuno aveva varcato la soglia dell'insulto violento ma ieri da Giorgio Sorial, deputato del M5S, è partito un attacco che non ha precedenti da parte di un parlamentare verso il capo dello Stato. L'affondo c'è stato perché i grillini contestano il taglio all'ostruzionismo che stanno facendo in Aula contro il decreto Imu-Bankitalia. «Una violenza contro l'opposizione: Napolitano dovrebbe garantire l'opposizione ma garantisce solo il Governo e il duo Renzi-Berlusconi», accusano dal gruppo 5 Stelle. Per il momento però non è arrivata ancora la richiesta di impeachment minacciata da svariati mesi. Di certo la compilazione legislativa su fondate motivazioni per la messa in stato d'accusa sta allungando i tempi ma al Movimento assicurano che ci sarà «forse a breve».
Ieri dal Quirinale non è arrivata alcuna risposta. Un silenzio che indica un gelo del capo dello Stato contro accuse rozze che nulla hanno a che fare con la critica. Non è la prima volta, del resto, che lo scontro con Grillo e i grillini ha toccato punte estreme ma finora l'offensiva del Movimento non ha dato alcun frutto. Nemmeno quello di "distrarre" gli italiani dal messaggio di fine anno del capo dello Stato che proprio il 31 dicembre scorso ha avuto un aumento di ascolti nonostante le invettive di Grillo e il suo contro-messaggio sul web. «La messa in stato d'accusa è una cosa che vedrete presto», confermava Sorial illustrando la prima di una serie di lettere che verranno inviate al Capo dello Stato per denunciare la violazione della legge e dei regolamenti sull'approvazione di decreti. Ecco, quelle lettere – quando arriveranno – verranno esaminate con attenzione e nel merito dal Colle e, probabilmente, ci sarà una risposta ma solo in relazione a fatti ed episodi circostanziati.
Intanto l'attacco ha spinto il M5S ancora più nell'isolamento con evidenti malumori all'interno stesso dei gruppi. E proprio sui maldipancia che punta Matteo Renzi che prova a dare sponda a chi ha contestato Sorial. «C'è un atteggiamento insopportabile e una forma di stupidità, prima ancora che di violenza verbale, che non ha eguali nella storia repubblicana – ha detto Renzi – e mi appello ai tanti deputati e senatori per bene di Grillo. Non permettete che i toni assurdi squalifichino il vostro lavoro». Durissima la replica del premier: «Un attacco inaccettabile per chiunque pratichi i principi democratici». Anche la presidente della Camera Laura Boldrini parla di «insulti inaccettabili».
Intanto la Procura di Roma sta valutando se sussistano gli estremi per l'avvio di un'azione penale: nel caso in cui venisse aperto un fascicolo il reato configurato sarebbe quello di vilipendio al Capo dello Stato. Ma anche la deputata Pd Stella Bianchi annuncia un esposto giudiziario per «la violazione dell'articolo 278 del c.p. ossia offesa all'onore ed al prestigio del presidente della Repubblica».
Non solo il Pd, ieri tutto l'arco costituzionale si è schierato contro Grillo a difesa del presidente Napolitano, in prima fila anche Forza Italia. Perfino Renato Brunetta, capogruppo di Fi, non sempre tenero con il Colle ieri ha parlato di «un attacco volgare e sguaiato». Anche dal Nuovo centro destra e da Sel è arrivata la "censura" per le «parole indecenti». I 5 Stelle però non mollano la presa, almeno non Alessandro Di Battista e Manlio Di Stefano. Scrive il primo: «Critichiamo il capo dello stato (rispettandone l'istituzione) perché lo riteniamo uno dei maggiori artefici dei disastri italiani. Siamo pronti per governare, abbiamo tutte le carte in regola per cambiare radicalmente e definitivamente l'Italia». E Di Stefano: «Un boia è colui che uccide il condannato a morte quindi Napolitano è stato accusato di aver ucciso qualcosa o qualcuno. Facendo mente locale, in questi 2 mandati il re ha ucciso: la democrazia, la costituzione, il popolo italiano, la giustizia». Il deputato lo ha scritto su Facebook allegando la foto di un boia con l'armatura sporca di sangue.
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