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Questo articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2014 alle ore 06:43.

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Fiat chiude un 2013 con utili in calo e un quarto trimetre inferiore alle attese; il dividendo rimane a zero e le stime sui conti 2014 sono ancora più prudenti. Sergio Marchionne si dice «relativamente soddisfatto» ma il mercato vede il bicchiere mezzo vuoto e spedisce il titolo Fiat al ribasso del 4,1%.
Ecco i numeri principali del 2013: fatturato cresciuto da 84 a 86,8 miliardi; utile di gestione a 3,4 miliardi di euro contro i 3,8 del 2012 e i 3,6 previsti dagli analisti; utile netto a 1,9 miliardi dai 900 milioni del 2012, grazie all'effetto netto di poste straordinarie: senza queste ultime c'è un calo da 1,15 miliardi a 950 milioni. Bene l'indebitamento netto industriale, calato a 6,5 miliardi di euro (meno delle stime) dagli 8,3 di fine settembre grazie alla generazione di cassa di Chrysler. I dati dell'ultimo trimestre 2013 vedono il fatturato a 24 miliardi (da 21,8), l'utile di gestione a 931 milioni (gli analisti prevedevano 1,15 miliardi) e un netto di 1,3 miliardi. L'utile della gestione ordinaria – Chrysler esclusa – è sceso a 69 milioni di euro dai 109 del 2012.
Le previsioni per il 2014 sono di un aumento dei ricavi a 93 miliardi di euro, utile di gestione fra i 3,6 e i 4 miliardi ma risultato netto in frenata a 600-800 milioni. Il debito netto industriale è previsto in aumento a 9,8-10,3 miliardi di euro, essenzialmente per il pagamento di 2,7 miliardi di euro al fondo Veba per l'acquisto del 41% di Chrysler che ha portato la quota Fiat al 100 per cento. Per conservare la liquidità non verrà distribuito un dividendo, decisione che ha contribuito a far scivolare il titolo in Borsa.
Ancora una volta è stata Chrysler a fornire nel 2013 il grosso dei profitti: oltre 3 miliardi di utile di gestione contro i 246 milioni del resto del gruppo. Senza il contributo dell'azienda di Auburn Hills, il risultato netto 2013 sarebbe stato in rosso per 441 milioni (contro circa 1 miliardo – riclassificato – nel 2012). La situazione è destinata a peggiorare quest'anno: Fiat Chrysler prevede un utile netto attorno ai 700 milioni di euro, ma l'azienda americana da sola guadagnerà 2,4 miliardi di dollari, ovvero 1,75 miliardi di di euro (che salirebbero utilizzando i criteri contabili europei); per il resto del gruppo c'è quindi un rosso di 1 miliardo (e sicuramente superiore al miliardo per Fga, ovvero togliendo Ferrari e Maserati).
Dal punto di vista geografico, il 2013 si è chiuso con un calo dell'utile operativo (Ebit) in Nordamerica (da 2,49 a 2,29 miliardi) e in America Latina (dimezzato a 492 milioni); cresce l'Asia (da 255 a 318 milioni) e scendono le perdite in Europa (da 737 a 520 milioni su base annua). L'America Latina è poi scivolata in rosso per 28 milioni nel 4° trimestre, per il netto calo del mercato brasiliano; Marchionne ha detto che il 2014 proseguirà sulla stessa falsariga, e il ritorno a margini di profitto a doppia cifra arriverà dal 2015 con l'apertura del nuovo stabilimento di Pernambuco.
Bene anche Ferrari e Maserati, il cui contributo sale nel 2013 da 392 a 470 milioni; l'azienda del Tridente, in particolare, ha consegnato 15.400 vetture (+148%) e più che raddoppiato i ricavi a 1,65 miliardi, con un margine superiore a quello del Cavallino. Marchionne ha invitato gli analisti a «non darlo per scontato per i prossimi anni»; ma ha confermato che la strada del premium è quella da seguire, visto che «in Europa è assolutamente impossibile remunerare il capitale per un costruttore generalista». È però costata quasi 400 milioni di oneri nel 2013 la ridefinizione dei marchi e la cancellazione di una parte del lavoro già fatto sulle piattaforme Alfa e Maserati.
Fca dovrebbe investire circa 8 miliardi di euro nel 2014, un numero leggermente superiore ai 7,5 miliardi del 2013. Con un debito netto di 10 miliardi di euro e oneri finanziari netti per quasi 2 miliardi l'anno, bisogna andare con i piedi di piombo. Così si spiega anche l'azzeramento del dividendo per il secondo anno consecutivo. Chrysler intanto ha annunciato che raccoglierà 4,7 miliardi di dollari in bond e prestiti per estinguere integralmente (a costo zero) il bond in mano al fondo Veba.
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LA REAZIONE AI NUMERI DEL LINGOTTO
La giornata in Borsa. Ieri il titolo Fiat dopo essere anche stato in asta di volatilità, ha chiuso in calo del 4,11% a 7,23 euro. Debole anche Exor, -1,9%. Secondo gli analisti hanno pesato il mancato dividendo e i conti del quarto trimestre nei quali l'utile della gestione ordinaria è inferiore alla previsioni e alle stime per il 2014.
Un continente in difficoltà. Il 2013 è stato un altro anno complicato per l'industria europea dell'auto. Non si sono salvati neppure quei mercati, come quello tedesco, in cui gli effetti della crisi sono stati avvertiti meno rispetto ai Paesi del Sud. Fa eccezione la Spagna, reduce da un 2012 con un calo in doppia cifra.

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