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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2014 alle ore 16:45.
L'ultima modifica è del 31 gennaio 2014 alle ore 18:04.

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Novanta giorni per una nuova rivoluzione, dopo quella già in vigore dell'apertura notturna degli ospedali per effettuare esami clinici. È questo l'obiettivo che si è posto il presidente della Regione Luca Zaia che, affiancato dall'assessore alla sanità Luca Coletto e dal direttore generale della sanità Domenico Mantoan, ha presentato il piano di efficienza delle strutture di pronto soccorso in Veneto (46, più 10 punti di primo intervento), che accolgono poco meno di 2 milioni di pazienti l'anno ed erogano circa 13 milioni di prestazioni. Il piano del governatore, che attende di essere approvato nella prossima seduta di Giunta regionale, prevede nuove linee guida che indicano le iniziative da attuare. Da quel momento Ullss e Aziende ospedaliere avranno 90 giorni di tempo per predisporre e attivare la pianificazione nei propri pronto soccorso.

Ecco i punti salienti della riorganizzazione prevista :
1-la presenza nelle sale d'attesa di una nuova figura, lo "steward", che Zaia ha definito "angelo delle sale d'attesa", che dovrà relazionarsi con i presenti fornendo loro informazioni e spiegazioni sulla propria situazione, su quella di un parente accompagnato e sull'operatività della struttura in quel momento specifico
2-l'attivazione di reti wi-fi aperte
3-l'installazione di prese per la ricarica di telefonini e strumenti di comunicazione vari
4- la disponibilità di erogatori d'acqua
5- la presenza di grandi monitor dove poter essere aggiornati sulla propria posizione in attesa e sulla situazione complessiva
6- una rinnovata cartellonistica semplificata anche multilingue
7- l'attivazione di un servizio di interpretariato e mediazione culturale
8 -la gestione immediata dei casi che comportano dolore acuto
9- corsie preferenziali per donne in gravidanza e bambini
10 - migliorie negli allestimenti che dovranno essere più confortevoli: migliore illuminazione, climatizzazione e riscaldamento efficienti.

Secondo Zaia in questo progetto «è l'ospedale che va verso la persona e non viceversa com'è stato per tanto tempo. Tutte le lamentele che riceviamo sui pronto soccorso non riguardano le cure, nelle quali siamo maestri, ma gli aspetti relazionali e ambientali... Gli steward mi auguro possano essere, ad esempio, giovani studenti di medicina o infermieristica, magari affiancati da persone dalle tante straordinarie associazioni di volontariato che già operano all'interno degli ospedali».

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