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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2014 alle ore 20:17.
Scendono da 12 a 9 le direzioni generale del ministero dell'Istruzione, e si conferma la soppressione della direzione generale «Istruzione tecnica» che viene accorpata alla direzione generale per gli «Ordinamenti scolastici e la valutazione del sistema nazionale di istruzione».
Il governo vara il Dpcm di riorganizzazione del Miur, predisposto in ossequio alla spending review, dopo aver acquisito i pareri favorevoli di Mef e Funzione pubblica.
Cosa prevede il Dpcm
Il ministero dell'Istruzione continuerà a essere articolato in tre dipartimenti (per il sistema educativo di istruzione e formazione; per la formazione superiore e per la ricerca; e per la programmazione e la gestione delle risorse umane e finanziarie). Ma ciascun dipartimento sarà articolato in sole tre direzioni generali (non più 4 come invece è oggi). Si confermano poi 18 uffici scolastici regionali (gli Usr). Ma 14 avranno a capo un dirigente di livello generale. Gli altri 4, cioè Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Molise e Umbria, in relazione alla (minor) popolazione studentesca, saranno invece retti da un dirigente non generale.
Gli effetti sul personale
Complessivamente le posizioni dirigenziali del Miur toccheranno quota 440, di cui 27 di prima fascia (compreso un posto dirigenziale di livello generale presso gli uffici di diretta collaborazione del ministro), 222 di seconda fascia, amministrativi e 191 di seconda fascia, tecnici. La dotazione organica del personale non dirigenziale sarà invece di 5.978 unità. Il Dpcm prevede, poi, che ogni due anni l'assetto organizzativo del Miur sia sottoposto a verifica per accertarne funzionalità ed efficienza.
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