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Questo articolo è stato pubblicato il 02 febbraio 2014 alle ore 08:17.

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RAGUSA. Dal nostro inviato
Sembra di essere altrove. In Veneto o addirittura in una delle zone industriali brianzole. Sembra, si dice, perché da queste parti, nella zona industriale di Ragusa di simile al Nord vi sono i numerosi insediamenti industriali e le difficoltà che ormai non conoscono latitudini. Qui siamo nel profondo Sud operoso e attivo, che non si rassegna e scommette anche perché qui, a differenza che altrove, non arriva lo straccio di un'autostrada e da trent'anni si discute del raddoppio della Statale Ragusa-Catania. Lo ha fatto la LBG Sicilia ingredients: 16 milioni di fatturato, di cui il 95% all'estero, una trentina di dipendenti, dice il fondatore e amministratore unico Giancarlo Licitra. Grazie alla farina ricavata dai semi di carrubbo che veniva data agli animali.
E in un reparto della LBG Sicilia, stracolmo di imprenditori provenienti quasi da tutta Italia, è stato avviato il cammino della Piccola industria di Confindustria targata Alberto Baban, eletto solo qualche settimana fa e alla sua prima uscita pubblica. Non è un caso, si capirà meglio nel corso della mattinata, che il tema del convegno sia "L'Italia riparte da Sud" perché è chiaro che c'è una identità assoluta tra l'Italia e le Pmi, la nervatura del nostro sistema produttivo che non chiede prebende ma solo rispetto. Lo dice, per esempio, nelle tesi che poi sono quelle del convegno, Giorgio Cappello, presidente della Piccola industria di Confindustria Sicilia che i dati sulla Sicilia per spiegare quanto sia asfissiante la pubblica amministrazione: «È capitato a me - dice - per ottenere un'autorizzazione integrata ambientale ho dovuto aspettare sette anni. Noi chiediamo più attenzione per il manifatturiero, chiediamo che siano commissariate quelle amministrazioni che non sono capaci di spendere i fondi». Ogni regione ha i suoi problemi ma la Sicilia sembra avere troppe peculiarità: «Nell'isola - dice Alessandro Laterza, vicepresidente di Confindustria con delega al Mezzogiorno – è troppo rilevante la finanza pubblica ed ecco perché il problema dei precari, che sta a cuore a tutti è avvio, sia più rilevante di altri. Non solo: non si può chiedere a un ente di spendere i soldi dell'Unione europea e poi gli si pone davanti il tema del patto di stabilità». Sembra quasi ovvio ma non lo è, anzi ritornarci sopra fa bene considerato che in platea (e al podio) passeranno il vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, il quale torna sul tema dell'impugnativa del commissario dello Stato della Legge finanziaria e accusa: «Mi sono trovato sciacalli che cercavano la sconfitta della Sicilia a Roma, con il licenziamento di decine di migliaia di persone soltanto per colpire me». E del cambiamento, lascia intendere il governatore che rielenca tutte le azioni di moralizzazione fatte dal suo governo che hanno portato a una riduzione della spesa parassitaria. Come quella della formazione professionale. Dice Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria con delega all'Education: in passato «è stata gestita in modo criminale e clientelare».
E Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia e delegato nazionale alla Legalità: «Lo sviluppo - dice - deve essere una priorità assoluta. Da diversi anni puntiamo su una legge sullo sviluppo in maniera concreta, su un piano industriale e sul ripristino della normalità, che molti chiamano legalità, e che è prioritario per conquistare i mercati». Alla questione dei mercati risponde Tajani: «I soldi europei - dice - non devono servire a finanziare sagre, concerti o feste. Servono per fare crescere l'economia e vanno quindi concentrati sui progetti industriali che permettono al territorio di fare un salto di qualità» dando appuntamento al 27 e 28 marzo quando la Sicilia ospiterà la missione per lo sviluppo. Mentre Lupi torna sul tema della spesa: «Dal Sud inizino ad arrivare segnali positivi, alta velocità e finalmente progetti per accelerazione della ferrovia. Ma ho già detto una cosa anche al governatore Crocetta: i soldi stanziati vanno spesi bene e nel modo giusto. I soldi ci sono ma non si spendono o si spendono male. Si inizi a fare così, altrimenti revocheremo le risorse».
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