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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2014 alle ore 07:22.
L'ultima modifica è del 05 febbraio 2014 alle ore 07:24.

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Se pedali a Dubai, gli sprint sono due. Quello della pista, con il cronometro sotto gli occhi. Quello del Golfo, sul circuito di una metropoli nata e cresciuta in meno di 50 anni dalle sabbie dell'ex deserto dell'Oman. Taglia oggi il suo primo traguardo il Dubai Tour 2014, la quattro giorni di ciclismo organizzata in tandem dallo Sport Council emiratino e Rcs Sport. La kermesse, tracciata su ispirazione dei contest europei come Giro d'Italia e Tour de France, trasformerà la «tomorrow city» stretta tra Abu Dhabi e Sharija in un palcoscenico delle due ruote mondiali. Qualche nome? Il campione del mondo Alberto Rui Costa, l'uomo missile Mark Cavendish, il vincitore del Giro d'Italia Vincenzo Nibali. Senza dimenticare Fabian Cancellara, Peter Sagan e il primatista dell'Uci World Tour Joaquin Rodriguez, il "purito" (piccolo sigaro) oggi in forza al Katusha Team.

L'evento, anticipato da una street parade di bici e giochi di luce tra i labirinti futuristici della città, prevede 128 corridori e 16 team. Le prove in calendario sono quattro, una per ogni giorno del contest. Si comincia oggi con una cronometro di poco meno di 9,9 chilometri nella Down Town Stage, il quartiere più moderno della metropoli. Il 6 febbraio via ai 122 chilometri della Dubai Palm-Jameirah, ribattezzata «Sport Stage» perché si allunga a fianco degli impianti sportivi più imponenti di Dubai, dall'Ippodromo al green del Golf Club. Venerdì 7 spazio alla lunghe distanze con Dubai-Hattah, detta «Nature Stage» per i suoi 162 chilometri che scavalcano la cintura urbana e spingono le ruote dei 16 team tra le sabbie del deserto. Il finale è previsto per sabato 8 febbraio con Dubai-Burj Khalifa, 124 chilometri macinati tra i quartieri di prima fondazione di Dubai e la torre omonima: il grattacielo più alto al mondo, con i suoi 830 metri che oscillano sul vento del Golfo Persico.

La star più attesa non può che essere Rui Costa, il talento portoghese che ha bruciato concorrenza e cronometro nei mondiali della Toscana. «È la mia prima volta a Dubai – confessa l'iridato -. Voglio conoscere il territorio, è molto diverso da quello a cui era abituato. La gara non si è adatta alle mie caratteristiche, ma farò del mio meglio per ricavare qualsiasi opportunità che emerge». Nibali, campione in carica del Giro d'Italia, aspetta in pista i rivali di grandissima caratura reclutati dagli organizzatori. E va a caccia di una buona performance per riagguantare il «ritmo» in vista dei grossi appuntamenti in Europa: «Dubai è un nuovo territorio per il ciclismo professionale. Sagan è qui, Cancellara è qui... I grandi nomi, insomma. Ho avuto qualche giorno di riposo a casa dopo un piccolo incidente in Argentina. Sono qui per recuperare il ritmo: c'è una prova a tempo, dove proverò a fare bene».

Le due ruote spianano una strada di business in più, in una città che investe sullo sport per differenziare un sistema economico ancorato all'immobiliare. I circuiti, seguiti dalla telecamere mondiali apriranno una finestra sullo skyline di Dubai, conosciuto più come brand che nella sua sostanza di polo commerciale. E turistico. «Quando abbiamo ricevuto la proposta per il Dubai Tour, abbiamo detto tra di noi, "Perché no?". È un'ottima nuova opportunità – commenta Saeed Hareb, presidente della Commissione per il Tour di Dubai -. Dubai accoglie molti eventi importanti, spesso sportivi, e il ciclismo è una aggiunta di prestigio. Dubai ha tradizione di organizzare eventi di altissimo livello, e il Dubai Tour è una ulteriore conforma che il mondo dà fiducia a Dubai». La competizione sarà trasmessa sulle frequenza di Eurosport in più di 70 paesi tra Asia ed Europa, con l'aggiunta dei collegamenti di Rai e Rai Sport 2.

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