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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2014 alle ore 12:17.
L'ultima modifica è del 04 febbraio 2014 alle ore 16:57.

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L'intervento di Giorgio Napolitano al Parlamento di Strasburgo (Afp)L'intervento di Giorgio Napolitano al Parlamento di Strasburgo (Afp)

Nulla può farci tornare indietro dall'Unione Europea. E, dal punto di vista economico, occorre mettere in campo una strategia capace di rilanciare la crescita. Perché l'austerità, allo stato attuale, «non regge più. La svolta che oggi si auspica da parte di molti non può andare nel senso della irresponsabilità demagogica e del ripiegamento su situazioni di deficit e di debiti eccessivi». Lo ha sottolineato il capo dello Stato Giorgio Napolitano, intervenuto oggi a Strasburgo davanti al Parlamento europeo. Il discorso è stato interrotto da esponenti della Lega, che hanno contestato il presidente. Fischi da parte degli altri europarlamentari, che hanno criticato l'interruzione.

La protesta della Lega contro il Carroccio
Il gruppo del Carroccio, con magliette, fazzoletti verdi e cartelloni, si è alzato in piedi e ha interrotto il presidente al grido: «Basta euro». Esposti anche manifesti con la scritta: «No euro». Dopo l'interruzione, il presidente dell'assemblea di Strasburgo Martin Schulz ha ripreso la parola e ha invitato Napolitano a proseguire.

Sanzioni in vista per i leghisti
Per Matteo Salvini, Mario Borghezio e Mara Bizzotto, che hanno interrotto il discorso, potrebbe scattare una sanzione. È quanto prevede il regolamento dell'Europarlamento. I tre eurodeputati rischiano "punizioni" come l'ammonizione, la sospensione del mandato o dell'indennità di soggiorno.

Il presidente: proteste marginali e modeste
Nel pomeriggio, ad alcune ore dall'intervento, Napolitano ha commentato le proteste della Lega. «Sono assolutamente marginali e modeste, sono le tradizionali proteste della Lega», ha affermato il presidente. Chi sostiene l'uscita dall'euro - ha continuato ha una «posizione distruttiva» e porta avanti «una propaganda ingannevole». Dai risultati delle elezioni europee, che potrebbero premiare i partiti euroscettici non dovrebbe esserci «una ricaduta meccanica sugli equilibri nazionali».

Salvini: proteste marginali? Provi senza scorta...
Dopo qualche minuto, il post di Salvini su Facebook. «Napolitano dice che "le proteste della Lega sono marginali e modeste"? Al posto suo starei più attento», ha scritto il segretario federale della Lega Nord. «Se si fa un giro senza scorta, fra giovani disoccupati, cassaintegrati, imprenditori e artigiani rovinati, per dir loro che l'euro é bello e non si tocca, altro che proteste marginali».

Napolitano: rompere il circolo vizioso di un'Europa intrappolata
Nel suo intervento davanti al Parlamento europeo, il presidente della Repubblica ha ricordato che ogni azione di rilancio si deve concentrare in primo luogo sull'economia. E serve una politica «finalmente europea». Occorre in particolare «rompere il circolo vizioso di una Europa intrappolata», ha affermato. Per fare ciò, non bisogna tuttavia indulgere a politiche «irresponsabili»: occorre «riflettere sul circolo vizioso ormai insorto tra politiche restrittive nella finanza pubblica» e situazione dell'economia europea «giunta al bivio tra primi segni di ripresa e rischi, se non di deflazione, di sostanziale stagnazione».

L'Italia ha fatto i suoi sacrifici
Il capo dello Stato ha voluto ricordare agli europarlamentari che «l'Italia ha compiuto in questi anni rilevanti sforzi e sacrifici, essendo bersaglio di forte pressione sui mercati finanziari. Nemmeno il netto miglioramento raggiunto nel corso del 2013 sul fronte del debito può spingerci a desistere dall'impegno di progressiva e sostanziale riduzione di esso».

Segni di ripresa indiscutibili
Il capo dello Stato ha poi messo in evidenza che la situazione dell'economia italiana nell'ultimo periodo è andata migliorando: «Certamente la situazione di oggi non è quella di due anni fa, per la prima volta stiamo vedendo dei "più": questo significa che ci sono dei segni di ripresa indiscutibili».

Il monito del capo dello Stato: no alla fine del sogno europeo
Oltre al nodo economico, c'è una sfida politica. In vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, in agenda a maggio, il capo dello Stato Giorgio Napolitano nel suo discorso di questa mattina ha lanciato l'allarme: stop alla messa in discussione del disegno europeo. Un monito che nasce dall'esigenza di trovare una soluzione al dramma della disoccupazione giovanile. La risposta alla domanda si trova all'interno dell'Europa, non fuori.

Nulla può farci tornare indietro dall'Unione Europea
Napolitano ha sottolineato a chiare lettere: «La costruzione europea ha ormai fondamenta talmente profonde che si è creata una compenetrazione tra le nostre società, le nostre istituzioni, i nostri cittadini e i giovani dei nostri paesi, e nulla, nulla, può farci tornare indietro». Il capo dello Stato è consapevole che «restano da vincere ancora dure battaglie politiche, se non contro possibili ritorni di nazionalismi aggressivi, certamente contro persistenti egoismi e meschinità nazionali, ristrettezze di vedute e calcoli di convenienza nelle classi dirigenti nazionali».

Le elezioni europee come momento di verità
Di certo le elezioni di maggio «saranno il momento della verità» nello scontro tra chi è fautore di una maggiore integrazione delle politiche a livello europeo e chi combatte l'Unione. Le prossime elezioni europee vanno considerate, in particolare, «come un momento di verità da affrontare fino in fondo», anche perché sono «evidenti le ragioni del disincanto» dei cittadini per «il peggioramento delle condizioni di vita».

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