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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2014 alle ore 11:38.
L'ultima modifica è del 05 febbraio 2014 alle ore 14:35.

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La nomina del successore di Antonio Mastrapasqua alla guida dell'Inps, la definizione della spending review targata Cottarelli e il tentativo di dare nuova linfa al processo di semplificazioni burocratiche fin qui all'insegna di continui "stop and go". Sono le tre spine che il premier Enrico Letta, tornato ieri dalla missione nel Golfo, dovrà in ogni caso affrontare di qui alla fine di febbraio a prescindere di come finirà la partita sul rimpasto di Governo e sull'eventuale nuovo "contratto di programma".

I nomi più gettonati per l'Inps
Sul ricambio al vertice Inps la soluzione dovrebbe essere rapida: già entro la fine di questa settimana, o al più tardi all'inizio della prossima, dovrebbe essere indicato il nuovo commissario, anche se non si esclude del tutto l'indicazione immediata di un nuovo presidente senza passare per il commissariamento dell'ente. Due i nomi al momento più gettonati: Mauro Marè, attuale presidente di Mefop Spa, la società partecipata dal ministero dell'Economia per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione, e Gianni Geroldi, già presidente del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale.

Sulla spending si attende il responso della task force di Cottarelli
Sulla "spending", che interesserà anche gli enti previdenziali, si attendono invece per fine mese le indicazioni delle task force istituite dalla Commissario straordinario Carlo Cottarelli. A partire da quelle sul terreno del pubblico impiego dove si stanno affrontando questioni "calde": la mobilità dei dipendenti e il collegamento diretto della quota di retribuzione dei dirigenti legata al risultato all'effettiva capacità di gestire le risorse e di ridurre la spesa delle strutture pubbliche.

Il toto-nomine per l'Inps
Quella di Letta per l'Inps sarà una decisione rapida. Ieri lo stesso ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha detto che per affrontare il chiudere il dossier si stava aspettando il ritorno del premier dalla missione nel Golfo. Probabilmente si procederà con il commissariamento in attesa della definizione dei nuovi meccanismi di governance dell'Istituto. Per la successione di Mastrapasqua con il trascorrere delle ore starebbe perdendo quota la "candidatura" dell'ex ministro del Lavoro Tiziano Treu; in crescita invece quella di Marè, ma sul tappeto rimane anche l'ipotesi Geroldi. Poche le chances (ma non nulle) per l'attuale direttore generale dell'ente, Mauro Nori, che, tra l'altro, non sarebbe interessato a incarichi diversi da quello attuale.

L'incognita statali sul piano di spending review
Quella sul pubblico impiego è una delle partite più delicate che si stanno giocando sul terreno della spending review. Entro fine fine mese dovranno essere pronte le indicazioni dei 25 tavoli di lavoro attivati da Cottarelli. Subito dopo, ai primi di marzo, il Commissario straordinario per la revisione della spesa formulerà, in autonomia, le sue proposte all'apposito Comitato interministeriale guidato da Letta che dovrà effettuare la scelta definitiva sui tagli selettivi. L'obiettivo è recuperare alcuni miliardi già nel 2014 anche per centrare l'obiettivo dei 32 miliardi di risparmi nel 2016 fissato dal Governo. Ma dai ministeri restano molte le resistenze e le perplessità sul cammino da affrontare. Perplessità che starebbero accompagnando anche la definizione delle misure sul pubblico impiego. Non a caso proprio questo è uno dei versanti su cui le task force di Cottarelli hanno messo in agenda una "consultazione" delle parti sociali, sindacati in testa. I nuovi interventi di revisione della spesa dovrebbero interessare anche Inps e Inail.

Semplificazioni al palo
Anche per effetto delle parole pronunciate ieri nel corso di un'audizione alla Bicamerale per la semplificazione, dal presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che ha parlato di «un'Italia ostaggio di una burocrazia soffocante», il dossier sburocratizzazioni torna ad esser caldo. Anche perché i risultati parlano da soli: come evidenziato dal Sole 24 Ore, negli ultimi anni sono state sette leggi per semplificare varate dagli ultimi due governi ma ben 34 misure restano a tutt'oggi inattuate. A palazzo Chigi sono consapevoli che della necessità di accelerare. Entro fine mese dovrebbe essere presa una decisione sul nuovo pacchetto di misure confezionato al ministero per la Pubblica amministrazione anche sulla base dei risultati della consultazione telematica su "le 100 procedure più complicate da semplificare". Tra i settori principali su cui stanno lavorando i tecnici: fisco, con l'eliminazione della responsabilità solidale sulle ritenute; edilizia, con procedure veloci e riviste per le autorizzazioni sismiche; ambiente con la velocizzazione delle autorizzazioni paesaggistiche. Misure che potrebbero in parte confluire in provvedimenti già all'esame del Parlamento e per un'altra fetta in un nuovo provvedimento ad hoc con altre semplificazioni. Ma per il Governo il vero nodo da sciogliere resta quello dell'individuazione di un meccanismo che consenta di evitare che anche questi interventi finiscano nella lunga lista delle riforme incompiute.

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