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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2014 alle ore 11:50.
L'ultima modifica è del 07 febbraio 2014 alle ore 17:22.

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Victoria Nuland (Ap)Victoria Nuland (Ap)

Nel giorno in cui lo sport dovrebbe prevalere su ogni cosa, l'Ucraina distrugge i tentativi di tregua olimpica tra Stati Uniti e Russia, abbozzati da Barack Obama in un'intervista alla Nbc in cui, malgrado l'assenza da Sochi, smentisce che i rapporti con il presidente russo siano freddi, definendoli al contrario "costruttivi". Ma se al Villaggio olimpico tecnici e atleti americani sembrano entusiasti dell'accoglienza in terra russa, con un tempismo sospetto una registrazione telefonica rilanciata da YouTube guasta la festa. La crisi ucraina, peraltro, non sarebbe certo rimasta in secondo piano neppure nel giorno di apertura delle Olimpiadi, perché Putin ha in programma tra gli altri un incontro con il presidente Viktor Yanukovich. A cui ha promesso, in dicembre, un pacchetto di aiuti da 15 miliardi di dollari.

Aiuti che Mosca ora tiene in sospeso, in attesa di capire se un cambio di governo a Kiev possa rimettere in discussione la fedeltà che Putin si attende da Yanukovich, come indubbiamente il presidente russo ricorderà oggi all'ospite. Sul fronte opposto, per sbloccare l'impasse tra autorità ucraine e opposizione e tirare piuttosto Yanukovich dalla parte dell'Europa, in questi giorni si è parlato di un possibile bailout europeo e americano. Nel braccio di ferro tra Mosca e Occidente si sono inserite le accuse, pesantissime, di Serghej Glazjev, consigliere "falco" di Putin per la politica estera. Al giornale Kommersant-Ucraina Glazjev ha infatti detto che Washington sta tentando di organizzare "un colpo di Stato" a Kiev, spendendo "20 milioni di dollari a settimana per finanziare l'opposizione e i ribelli, anche dotandoli di armi". Yanukovich dovrebbe reprimere tutto questo con la forza, sostiene Glazjev.

Gli Stati Uniti hanno trovato subito il modo per rispondere alle accuse, suggerendo che ci sia lo zampino di Mosca dietro la diffusione di una telefonata in cui Victoria Nuland, vicesegretario di Stato americano, esprime la propria esasperazione sui tentativi dell'Unione Europea di risolvere la crisi ucraina con un "che vada a farsi f...., la Ue!". Linguaggio, dice chi conosce la diplomatica americana, piuttosto consueto al suo modo di esprimersi, e che dunque non dovrebbe suscitare troppo clamore. Ma intanto, mentre la Nuland è andata a scusarsi con i colleghi europei, Washington ha accusato la Russia di aver toccato "un nuovo fondo", armeggiando con le intercettazioni: i sospetti nascono dal fatto che la telefonata con l'ambasciatore americano a Kiev, Geoffrey Pyatt, è stata pubblicata su YouTube e poi twittata da un membro del governo russo, e la registrazione è sottotitolata in russo, non in lingua ucraina.

Nel colloquio le parole della diplomatica sono destinate ad aizzare i sospetti dei russi di un'opposizione ucraina ostaggio di Usa e Ue perché discutono le prospettive per la formazione di un nuovo governo a Kiev. "Non credo sia una buona idea includere nel governo Vitaly Klitschko", dice la Nuland nella telefonata riferendosi al volto più noto dei leader dell'opposizione ucraina, campione dei pesi massimi divenuto politico. La signora e l'ambasciatore si dicono invece favorevoli a un'iniziativa Onu a sostegno di un nuovo governo ucraino, ed è proprio a questo punto che la Nuland dà la propria opinione sulla Ue. Così, invece di sfilare nel nome della pax olimpica, a Sochi rischiano di ritrovarsi tutti contro tutti.

Merkel: «Parole assolutamente inaccettabili»

Per Angela Merkel le parole di Victoria Nuland sono "assolutamente inaccettabili". Lo ha detto una portavoce del cancelliere tedesco, commentando il fatto che, secondo quanto e' emerso da una registrazione audio pubblicata da Youtube, il segretario di Stato aggiunto avrebbe detto "fuck the Eu", parlando con l'ambasciatore americano a Kiev della crisi ucraina.

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