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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2014 alle ore 06:42.

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ROMA
Il tetto per le donazioni private scende a 100.000 euro (da 300mila euro), i partiti probabilmente pagheranno l'Imu, saltano le agevolazioni per le scuole dei partiti. Sono queste le principali novità al Ddl sul finanziamento dei partiti che ieri ha ottenuto il sì in commissione al Senato. Fino a ieri mattina il Pd aveva firmato un emendamento che specificava che i fondi diretti (sebbene ridotti) fino al 2016 avrebbero riguardato anche le elezioni europee. Un modo – malignava qualcuno – per attribuire soldi statali anche al Ncd che alle scorse politiche non c'era ma che si presenterà al voto per il Parlamento di Strasburgo. Una tesi respinta dal Ncd Andrea Augello («Noi eravamo contrari, per questo il Pd ha ritirato quel testo»). Fatto sta che in giornata è arrivata la retromarcia. Dunque il fondo statale sarà ripartito solo fra i partiti presenti alle politiche dello scorso anno.
Adesso scatta la corsa contro il tempo: il Ddl di conversione del decreto del Governo deve essere approvato da entrambi i rami del Parlamento entro il 26 febbraio e deve ancora ottenere il sì dell'Aula del Senato (presumibilmente la prossima settimana) e deve sottoporsi all'intero iter alla Camera. Tempi strettissimi, con il rischio concreto che il decreto decada e che la riforma slitti almeno di anno.
Ncd intanto annuncia che riproporrà in Aula l'emendamento per abolire da subito il finanziamento diretto che invece nel testo attuale scomparirà solo fra tre anni, nel 2017. L'intenzione degli alfaniani (poco interessati a questi fondi anche perché, non avendo partecipato alle politiche, non ne hanno diritto) è di fare breccia nella parte del Pd più sensibile al taglio dei costi della politica, come quella che fa riferimento a Matteo Renzi.
L'emendamento per far sì che anche i partiti paghino l'Imu non ha ricevuto il parere favorevole della commissione Bilancio ma dovrebbe essere riformulato in Aula ed essere approvato. Saltano anche le laute agevolazioni alle scuole di partito.
Quanto alle donazioni dei privati, che insieme al due per mille dovranno sostituire il finanziamento diretto, il Pd ottiene un abbassamento del tetto cui ogni singolo dovrà attenersi: 100mila euro anziché i 300mila del testo precedente. Su questo punto, Forza Italia ha tentato di dare battaglia con un emendamento che voleva innalzare il tetto a 500mila euro ma alla fine non ha avuto successo.
Soddisfatto invece il Pd che rivendica di aver abbassato la soglia per le donazioni e che, in questo, è stato appoggiato da Ncd.
Protesta il M5S. «Il Movimento 5 stelle – scrivono i grillini – ha messo i partiti con... il portafoglio al muro. Come temuto in commissione affari costituzionali del Senato, nel corso della discussione del decreto sul finanziamento pubblico ai partiti, tutti i gruppi parlamentari hanno detto no agli emendamenti del Movimento 5 stelle che se approvati avrebbero fatto risparmiare immediatamente 2,5 miliardi di euro».
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