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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2014 alle ore 16:45.

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(Corbis)(Corbis)

New York - Il mercato del lavoro americano non si scuote dal torpore: ha aperto il nuovo anno, in gennaio, come aveva chiuso il vecchio, con dati deboli sulla creazione di posti di lavoro. Nell'ultimo mese i nuovi occupati sono stati 113.000, contro gli almeno 180.000 attesi dagli analisti. Il tasso dei senza lavoro è sceso ulteriormente, al 6,6% dal 6,7%, ma il sondaggio che determina questa percentuale è tradizionalmemnte considerato meno attendibile.

I dati rilanciano il dibattito sulla forza dell'espansione americana: dopo aver mostrato un'accelerazione nella seconda metà del 2013, i dati più recenti sono parsi incerti, con frenate nel settore manifatturiero e immobiliare. E soprattutto indicazioni che il risanamento del mercato del lavoro rimane un processo lento. L'economia statunitense potrebbe risentire anche delle tensioni esplose di recente su importanti mercati emergenti.
La Federal Reserve ha scommesso sulla tenuta di una più solida ripresa americana per mantenere la sua attuale strategia di "tapering", di ritiro graduale del suo stimolo straordinario alla crescita a base di acuisti di bond. Il tapering è stato confermato per due mesi consecutivi, ai vertici di dicembre e di fine gennaio, cancellando in tutto 20 miliardi di Quantitative easing, adesso ridotto a 65 miliardi dagli 85 miliardi mensili originali. E i governatori sono parsi finora convinti, stando a ripetute dichiarazioni pubbliche, di continuare su questa strada in assenza di gravi shock nell'economia.

Wall Street ha tuttavia aperto in rialzo nonostante i dati occupazionali deludenti, forse ipotizzando proprio un ripensamento della Banca centrale sul sostegno all'espansione.
Il Dipartimento del Lavoro, assieme alla comunicazione dei dati di gennaio, ha rivisto modestamente al rialzo il dato di dicembre di mille posti, arrivando a 75.000 nuove buste paga. Più significativa la revisione al rialzo per novembre: 33.000 posti a 274.000 nuovi occupati. La continua debolezza in gennaio è emersa nonostante la creazione di 48.000 nuove buste paga nelle costruzioni, più del doppio delle 22.000 di dicembre, quando avevano risentito del maltempo. Il manifatturiero ha a sua volta creato 21.000 posti. Ma il settore del commercio al dettaglio ha perso 13.000 occupati, la sanità è rimasta stagnante, e il pubblico impiego è diminuito di 29.000 unità.

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