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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2014 alle ore 08:17.

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Antonella
Scott Non esiste alcuna tregua olimpica per la crisi ucraina, che ieri si è riprodotta su più di un palcoscenico internazionale, tra Bruxelles, Sochi, Kiev e Washington. La notizia della reintroduzione dei controlli ai movimenti di capitale per arginare il crollo della grivna si è aggiunta allo scandalo legato all'intercettazione di una telefonata in cui il vicesegretario di Stato americano, Victoria Nuland, si esprime in termini poco lusinghieri verso la Ue. Tutto è accaduto proprio nel giorno dell'inaugurazione dei Giochi di Vladimir Putin, offuscando lo scambio di cordialità a distanza tra i due presidenti. Da Washington Barack Obama aveva spiegato, in un'intervista alla Nbc, che i suoi rapporti con il presidente russo non sono affatto freddi, ma costruttivi. Da Sochi, Putin ricambiava mostrando una particolare attenzione alla squadra americana (omosessuali compresi). Sforzi inutili, anche perché lo stesso Putin stava per incontrare anche il presidente ucraino, Viktor Yanukovich, a Sochi per salutare i propri atleti, ma soprattutto per fare il punto della situazione con l'uomo che in dicembre ha accettato di gettare un salvagente all'economia ucraina, aiuti per 15 miliardi, in cambio di fedeltà. Mosca accusa da tempo americani ed europei di tirare Yanukovich dall'altra parte, finanziando la protesta che ha paralizzato e diviso l'Ucraina dal giorno in cui Yanukovich si è rifiutato di firmare un accordo di associazione alla Ue: scelta in cui è parsa evidente l'influenza dei russi. I loro aiuti - tratti dal Fondo sovrano che avrebbe dovuto essere destinato alle pensioni dei russi - sono sospesi da quando la protesta delle strade di Kiev ha portato alle dimissioni del primo ministro di Yanukovich, Mykola Azarov. Prima di procedere con nuovi assegni il Cremlino vuole essere certo che il nuovo governo a Kiev sia affidabile come il precedente. In questo scenario, la diffusione dello scambio telefonico tra Victoria Nuland e l'ambasciatore americano a Kiev, Geoffrey Pyatt, ha riportato la tensione tra Russia e Stati Uniti a livelli di guardia. Si tratta di una conversazione di circa un mese fa, in cui la Nuland definisce inopportuna in un futuro governo ucraino la presenza di Vitaly Klitschko - il campione di boxe divenuto leader dell'opposizione. E auspicando una soluzione avallata dall'Onu, esprime la propria frustrazione nei tentativi infruttuosi di Bruxelles invitando la Ue «ad andare a farsi f...». Secondo gli americani, nella divulgazione della telefonata c'è lo zampino di Mosca, dal momento che l'intercettazione - con sottotitoli russi e non ucraini - è stata pubblicata su YouTube e poi twittata da un membro del governo russo. Ma quelle parole sono la prova, agli occhi di Mosca, delle interferenze di Washington, come non ha mancato di far notare il "falco" Serghej Glazjev, consigliere del presidente russo per gli Affari esteri, che ha accusato americani ed europei di finanziare e armare l'opposizione ucraina con l'obiettivo di provocare un colpo di Stato. «Fantasie», ha tagliato corto la Nuland. Ma intanto, lo spirito olimpico che vorrebbe soffiare a Sochi trova invece tutti contro tutti: le parole della Nuland, ha fatto sapere una portavoce di Angela Merkel (che ha disertato i Giochi), sono «totalmente inaccettabili».
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